Pizzo Vezzena – Ortigara – Marcesina – Mountain Bike 2020

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Ortigara in mountain bike.

Vatu ‘n cesa coa bicicleta?” Mi domanda l’alpino vedendomi arrivare al Rifugio Chiellin dalla parte del sentiero Italia. Mi dice con molta gentilezza che il luogo è sacro e che sono ammessi solo camminatori.

Oltre ad anziani che la guerra non l’anno mai vista e che affogano i loro dispiaceri in damigiane di alcool – penso io – , ma tant’è, ormai sono sceso dall’Ortigara in mountain bike. E qui esattamente come dieci anni fa, quando ero salito dalla salita della Marcesina, ho trovato il rifugio aperto e con panini con la soppressa a offerta libera.

Puoi sempre contare sugli alpini in fondo.

Il sentiero Italia in mountain bike.

Il sentiero Italia me lo sono proprio goduto in bici: quel tecnico divertente, sia in discesa che nelle poche contropendenze che ti mette alla prova: sassi fissi, ben levigati e non taglienti, traiettorie facili da individuare. Mi sentivo in giornata oggi, dopo 65 km di sterrati duri partendo da casa; e soprattutto dopo aver svergognato tre cinquantenni e-bikers che, per giunta senza casco, scendevano piedi a terra con telescopico abbassato in cerca di una malga dove reintegrare lo sforzo fatto (e ricaricare la batteria).

La partenza all’alba da casa.

Partito alle sette da casa, alle otto mi hanno sorpreso le campane della chiesa di Carbonare all’alpeggio di Lavarone; un momento di rara pace e bellezza
In meno di tre ore sono salito al Pizzo Vezzena; rispetto a 10 anni fa ho aggiunto anche questo dislivello per godere del panorama.
Panorama dal Pizzo Vezzena verso la Valsugana e la val di Sella; gran giornata oggi; speriamo di avere la gamba per godermela tutta.
Discesa dal Pizzo Vezzena verso Malga Marcai senza penalità oggi.

A Porta Manazzo il regno dei SUV.

A Malga di Porta Manazzo caffé e torta: accoglienza rustica; qui arrivano le auto dal Veneto, e i cittadini possono sfogarsi coni loro SUV; anni fa non era così: è questo il modo per far “rivivere” la montagna?

Si scollina a Bocchetta Portule.

Arrivo a Bocchetta Portule in poco tempo; dopo Malga Larici, assediata dalle auto, qua solo silenzio e pace; in fondo il Pizzo Vezzena sembra proprio lontano.
La provvidenziale fontana di Bocchetta Portule, unico punto di acqua di questo sterminato altopiano.
E dopo 500 metri di discesa si riprende a pedalare; pendenze ottime, fondo molto duro fino al Bivio Italia.
Campo Gallina
Strade perfette per le bici, ma anche per lo sci da fondo; un tipo mi dice che una volta battevano le piste fin quassù.
Al bivio Italia incontro un po’ di bikers saliti dalla Malga Galmanara.
Cippo ricordo presso il cimitero sotto l’Ortigara

La cima dell’Ortigara.

Immancabile foto alla colonna mozza. Panorama incredibile oggi.
Da qui in giù il sentiero Italia
Al rifugio Chiellin festa con gli alpini: vino a volontà.
La chiesetta del Lozze
Dopo un lungo traverso a Marcesina si riprende a salire verso la Valmaron; anche in questo caso accoglienza rustica del padrone di casa; per fortuna mi fanno compagnia un gruppo di vicentini in gravel stupiti della mia provenienza.
Dopo la Malga valbrutta e la val d’antenne riesco a infilare la sterrata verso la Valsugana. Provvidenziale fontana di acqua freschissima, la Fontana dei Celesti a Case Celesti, la seconda in 90 km!
Scendendo a Tezze di Grigno s ivede il Murello che parte da Grigno
Alle 5 di pomeriggio riesco anche a farmi un bagno al lago coi ragazzi; oggi sembra piena estate.

Il giro più lungo in mountain bike.

Pacca sulla spalla a me che, nonostante fosse scesa in auto Giorgia con i boci, ho voluto chiudere il giro di oggi: 142 km e 3500 m D+ per un gran tappone, degno di una Transalp. Ecco, con questa forma potrei proprio dire la mia alla Transalp. Penso di aver pedalato di più solo durante le mie gare endurance, la 12h e la 24 h in solitaria, ma in ambiente è tutta un’altra storia, non come girare come un criceto!

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