Questo è un gran bel giro in Alto Adige, con tutti gli ingredienti per una mountain bike moderna, dinamica e divertente: avvicinamento by fair means in treno, salite su strade secondarie e sterrati ampi, cime panoramiche, rifugi aperti ad alta quota (con la birra media a 4,5 euro a 2220 metri di quota!) e soprattutto sentieri scassatissimi, sfidanti e divertenti per sbucare dal ventre della montagna in paesini meravigliosi circondati da prati verdi.
L’avvicinamento in treno
Come un mese fa in occasione del giro a passo Giovo e passo Pennes prendo il treno a Trento; sceso in bike trafelato lungo le sterrate, dove faccio pure un KOM senza volerlo, ci troviamo in un bar del centro a bere un caffè; è sempre un piacere scendere in bici a Trento la domenica mattina: la pace del dì di festa si respira nei dialoghi delle tre universitarie (carine, cioé volevo dire, carine tipo delle ragazze carine, cioé) nel tavolo di fianco. Stavolta prendiamo un regionale veloce e in 37 minuti siamo in centro a Bolzano; nel solito dilemma auto-treno mi risulta molto più comodo il treno;: niente sbattimenti di parcheggi, di guida in autostrada, e pure il tempo risulta quasi uguale da Google maps. Non parliamo poi del costo: se sembrano tanti 23,9 € per andata e ritorno con bici forse la gente non è abituata a considera il TCO (Total Cost of Ownership) dell’auto, che contempla acquisto, manutenzione e carburante; per un’auto media siamo sui 0,55-0,60 €/km che fa lievitare il costo per e da Bolzano a oltre 60 euro. Senza contare il pedaggio di circa 6 euro A/R.
E poi in treno, visto che i ciclisti sono relegati in un vagone stile carro bestiame, alla fine ti trovi tra i tuoi simili e puoi fare sempre incontri interessanti: all’andata una coppia di giovani in gravel (molto poco pannolati e molto stilosi direi) e al ritorno due studentesse toscane un po’ più pannolate ma simpatiche.
Si esce da Bolzano ed è subito Alto Adige
L’Alto Adige ha una marcia in più, non c’è bisogno di dirlo; noi trentini dovremmo essere meno invidiosi e cercare di prendere più esempio; non sempre tutto è bello, a volte certe cose sono un po’ esageratamene leziose e kitsch, ma è tutto tremendamente in ordine; ogni cosa è a suo posto, lo si apprezza subito.



Cartelli dell’Alto Adige
Io continuo a ritenere che la convivenza sia possibile; automobilisti e ciclisti, biker e pedoni, cacciatori e possessori di cani, gente a piedi e a cavallo, passeggini e trattori degli agricoltori; è impossibile creare percorsi protetti per tutti in un territorio così antropizzato come il nostro, oltre al fatto che tutti vogliono andare a vedere la stessa cima, lo stesso lago, un bosco. E forse la soluzione è proprio ricercare la convivenza e qui in Alto Adige, che ha fatto della convivenza la sua forza, possiamo imparare qualcosa. I tanti cartelli che seguono si nota come di volta in volta venga avvertito che si sta entrando in una zona con potenziale conflitto con altri fruitori e che quindi è bene tenerne conto.

L’altipiano del Renon
Dopo una pausa alla stazione di arrivo del trenino, a Collalbo, si sale fino agli impianti di risalita del Renon: grande parcheggio dove si fermano alcune delle auto che ci hanno sorpassato da Bolano in poi; scendono trekker e biker appena usciti da un catalogo Sportler: chi prende gli impianti per risalire, che una bici elettrica. La cosa positiva è che da qui in poi non ci saranno più auto.
I sentieri che scendono in val d’Isarco
Per la discesa però è bene cercare qualcosa di più sfizioso; e come ormai in tutto l’arco alpino, si passa dall’affollamento dei rifugi (in cime due sole bici su oltre 30 e-bike) al silenzio in pochi metri; ci tuffiamo seguendo un sentiero che dovrebbe portarci in val d’Isarco e che si preannuncia gustoso.

La ciclabile della val d’Isarco
Con un ultimo sentiero inca…tissimo e che ci mette a dura prova, il numero 9, siamo in fondovalle a circa 10 km da Bolzano, da affrontare in ciclabile; non c’è tempo per fermarsi in uno dei tanti Biergarten perché abbiamo il treno alle quattro e mezza. Curioso che il senso di libertà che mi da il treno non venga minimamente intaccato dagli orari rigidi. Certo che quando ci perdiamo in centro a Bolzano seguendo la ciclabile un po’ di fretta ce la fa venire; per fortuna il treno partirà 5 minuti in ritardo.

































