Corno del Renon e discesa in val d’Isarco – Mountain Bike 2025

Tempo di lettura: 7 minuti

Questo è un gran bel giro in Alto Adige, con tutti gli ingredienti per una mountain bike moderna, dinamica e divertente: avvicinamento by fair means in treno, salite su strade secondarie e sterrati ampi, cime panoramiche, rifugi aperti ad alta quota (con la birra media a 4,5 euro a 2220 metri di quota!) e soprattutto sentieri scassatissimi, sfidanti e divertenti per sbucare dal ventre della montagna in paesini meravigliosi circondati da prati verdi.

L’avvicinamento in treno

Come un mese fa in occasione del giro a passo Giovo e passo Pennes prendo il treno a Trento; sceso in bike trafelato lungo le sterrate, dove faccio pure un KOM senza volerlo, ci troviamo in un bar del centro a bere un caffè; è sempre un piacere scendere in bici a Trento la domenica mattina: la pace del dì di festa si respira nei dialoghi delle tre universitarie (carine, cioé volevo dire, carine tipo delle ragazze carine, cioé) nel tavolo di fianco. Stavolta prendiamo un regionale veloce e in 37 minuti siamo in centro a Bolzano; nel solito dilemma auto-treno mi risulta molto più comodo il treno;: niente sbattimenti di parcheggi, di guida in autostrada, e pure il tempo risulta quasi uguale da Google maps. Non parliamo poi del costo: se sembrano tanti 23,9 € per andata e ritorno con bici forse la gente non è abituata a considera il TCO (Total Cost of Ownership) dell’auto, che contempla acquisto, manutenzione e carburante; per un’auto media siamo sui 0,55-0,60 €/km che fa lievitare il costo per e da Bolzano a oltre 60 euro. Senza contare il pedaggio di circa 6 euro A/R.

E poi in treno, visto che i ciclisti sono relegati in un vagone stile carro bestiame, alla fine ti trovi tra i tuoi simili e puoi fare sempre incontri interessanti: all’andata una coppia di giovani in gravel (molto poco pannolati e molto stilosi direi) e al ritorno due studentesse toscane un po’ più pannolate ma simpatiche.

La mattina di domenica il treno è pieno di ciclisti

Si esce da Bolzano ed è subito Alto Adige

L’Alto Adige ha una marcia in più, non c’è bisogno di dirlo; noi trentini dovremmo essere meno invidiosi e cercare di prendere più esempio; non sempre tutto è bello, a volte certe cose sono un po’ esageratamene leziose e kitsch, ma è tutto tremendamente in ordine; ogni cosa è a suo posto, lo si apprezza subito.

La strada che sale al Renon; sullo sfondo Bolzano: quando il paesaggio sembra un puzzle: ogni cosa a suo posto.
Il traffico è scarso di domenica mattina
Esploriamo qualche scorciatoia che si rivela subito ostica
Terrazzamenti e castelli in val d’Isarco
In Alto Adige anche i CRM sono puliti e ordinati; molto meglio così che quegli assurdi bidoni sempre strabordanti.
Però anche qui ci sono i problemi del mondo moderno: più cani che bambini.
La salita non molla mai fino al lago di Costalovara
Qua si apprezza la pendenza
In Alto Adige anche una pozza paludosa come questa è una meta da turisti facoltosi; due resort a 4 stelle attorno a un lago che potrebbe essere come quello di Santa Colomba
Il sentiero attorno al lago di Costalovara (Wolfgrubensee) è pronto per i passeggini dei turisti
Area privata del lago di Costalovara con pontile e molo

Cartelli dell’Alto Adige

Io continuo a ritenere che la convivenza sia possibile; automobilisti e ciclisti, biker e pedoni, cacciatori e possessori di cani, gente a piedi e a cavallo, passeggini e trattori degli agricoltori; è impossibile creare percorsi protetti per tutti in un territorio così antropizzato come il nostro, oltre al fatto che tutti vogliono andare a vedere la stessa cima, lo stesso lago, un bosco. E forse la soluzione è proprio ricercare la convivenza e qui in Alto Adige, che ha fatto della convivenza la sua forza, possiamo imparare qualcosa. I tanti cartelli che seguono si nota come di volta in volta venga avvertito che si sta entrando in una zona con potenziale conflitto con altri fruitori e che quindi è bene tenerne conto.

Spielende Kinder
Cartello per deviare la pista ciclabile attorno alla fermata del trenino del Renon
La croce di Sant’Andrea per il passaggio del trenino del Renon
Si entra nell’altipiano del Renon: attenzione alle bestie al pascolo e tenete al guinzaglio i vostri cani
Il sentiero è di là: qua è strada privata
Precedenza a chi lavora

L’altipiano del Renon

Dopo una pausa alla stazione di arrivo del trenino, a Collalbo, si sale fino agli impianti di risalita del Renon: grande parcheggio dove si fermano alcune delle auto che ci hanno sorpassato da Bolano in poi; scendono trekker e biker appena usciti da un catalogo Sportler: chi prende gli impianti per risalire, che una bici elettrica. La cosa positiva è che da qui in poi non ci saranno più auto.

Anche le stalle sono belle
Il trenino del Renon
Panorami bucolici
Panorami bucolici
Panorami bucolici
Panorami bucolici
La cima del Corno di Renon è piuttosto piatta: ma che panorama.

I sentieri che scendono in val d’Isarco

Per la discesa però è bene cercare qualcosa di più sfizioso; e come ormai in tutto l’arco alpino, si passa dall’affollamento dei rifugi (in cime due sole bici su oltre 30 e-bike) al silenzio in pochi metri; ci tuffiamo seguendo un sentiero che dovrebbe portarci in val d’Isarco e che si preannuncia gustoso.

Partenza del sentiero 3A verso la val d’Isarco
Dopo un primo tratto impegnativo comincia a diventare divertente
In fondo l’autostrada del Brennero
Il sentiero è bello ripido e impegnativo; ci sono i solchi delle ruote dei carri!
Dopo un sentiero impegnativo ee interminabile siamo a Saubach; di qui una strada (segnata come “Sentiero dei castagni”) segue la val d’Isarco a circa 800 metri di quota regalando panorami incredibili
Chiesetta di S. Andrea
L’autostrada è proprio sotto le nostre ruote
Ogni posto è un gioiello, e varrebbe la pena fermarsi in ogni Gasthof

La ciclabile della val d’Isarco

Con un ultimo sentiero inca…tissimo e che ci mette a dura prova, il numero 9, siamo in fondovalle a circa 10 km da Bolzano, da affrontare in ciclabile; non c’è tempo per fermarsi in uno dei tanti Biergarten perché abbiamo il treno alle quattro e mezza. Curioso che il senso di libertà che mi da il treno non venga minimamente intaccato dagli orari rigidi. Certo che quando ci perdiamo in centro a Bolzano seguendo la ciclabile un po’ di fretta ce la fa venire; per fortuna il treno partirà 5 minuti in ritardo.

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