Oggi girovaghiamo per l’altopiano della Paganella, terra ricca di turismo invernale ed ora pure estivo tanto che si può permettere ben 5 comuni e una comunità di valle per amministrare nientemeno che 5.000 persone, roba da burokratia bolscevica di sovietica memoria.
Parto da Mezzocorona (lo so, avrei potuto venirci in treno, il Dio delle due ruote sa quanto mi pesi mettere la bici in macchina, ma oggi dovevo tornare in tempo per dei lavori pomeridiani) e salgo a Spormaggiore per i meleti sopra Maso Milani, dove si mangia un’ottima trota; prima sosta a Castel Spor, lungo l’antica via imperiale di collegamento.
Da qui prendo un sentiero bellissimo da fare in bici, facendo attenzione all’orso, richiamato dai numerosi cartelli segnaletici. Nel bosco fitto mi trovo a fischiare e urlare: non si sa mai, con la velocità della bici potrei capitargli in grembo in un attimo.
Arrivato ad Andalo, dopo un lungo giro ad anello nel Brenta più selvaggio, eccomi catapultato nel parco giochi che sono diventate le nostre montagne: lo so, lo so, sono noioso perché da anni lo dico, ma proprio non riesco ad abituarmi a questa esigenza di fare bu$ine$$ a tutti i costi. Dalfovo mi aspetta in cima alla Big ero con la nuova bike Cube appena presa. Ci facciamo un caffè mentre la seggiovia scarica turisti a nastro, che dopo 10 metri si siedono al tavolo come noi, arrivati con 2 ore di pedalata. Alla Montanara devo dire ceh i gestori sono simpatici e le ragazze molto cortesi.
Intorno a noi orde di italiani che hanno preso questo scorcio alpino per una spiaggia: si sdraiano a prendere il sole in succinti costumi, e prima che l’occhio ci cada definitivamente rimontiamo in sella.
Arriviamo a Molveno su tratti di sentieri resi viscidi dalla pioggia. fa specie trovare gente; di solito sui sentieri che faccio non c’è mai nessuno, e condividere la mia passione con tanta gente mi piace ma mi lascia anche un po’ l’amaro in bocca. Oramai la MTB non è più scoperta, è gioco.
Manca proprio un sentiero di collegamento tra Andalo e Fai: ci sarebbe tutto lo spazio nel bosco per ricavare una bella ciclabile, Dopo un paninozzo rigenerante e una birra alla maison Dalfovo tento una via diretta verso Mezzolombardo lungo la val del Rì, perdendomi un po’. All’inizio è un sentiero divertentissimo, poi dopo la malga e il ponte sul ruscello dove trovo una curiosa lapide diventa un sentiero poco adatto alle bici fino al cimitero di Mezzolombrdo. Unico incontro, il solito tedesco ramigno, in viaggio a piedi dal passo Resia al lago di Garda: mitico.