Giro dei Monzoni: Passo Selle – Rifugio Taramelli – Passo San nicolò – Rifugio Contrin – Mountain bike 2008

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Partito in sordina, dubbioso sul tempo, sulla gamba (mi pesa un pò il giro di ieri…), realizzo un giro in Val di Fassa da leccarsi i baffi!!!

Alle nove Giorgia ed io passiamo a prendere i due “altoatesini” Valenari & signora; loro vogliono fare una camminata fino al rifugio Passo Selle, gestito da conoscenti; io ne aprofitto per attaccarci un giro che vorrei fare da tempo, ovvero dal 1992, quando per la prima volta salii lungo le piste del passo San Pellegrino con la mia mtb d’acciaio, sognando di scavalcare il passo e scendere in valle verso il rifugio Taramelli; i tempi sono ormai maturi e la determinazione ora c’è.

Lascio i compari con Giorgia salire al Passo San Pellegrino in auto; poi loro proseguiranno a piedi; salgo con calma in bici, alla faccia della crisi scappo da una Moena intasta dal traffico, con colonne di veicoli che mi inseguono e mi gasano lungo le ripide rette verso il passo. Mi ricordo la fatica della partenza della Rampilonga, all’inseguimento del gruppo; ora me la prendo comoda. Il ritmo inaspettatamente è buono, ed arrivo al passo in perfetto orario; ho il tempo di prendere una ottima fetta di torta alla ricotta dalle mani di una simpatica cameriera; mi dice che è caldo per il posto, io in realtà sento un freddo vento teso…

Salgo ora lungo lo sterrato che fa da servizio agli impianti che sono sempre in funzione e vomitano gente lungo i prati; a metà strada un signore mi indica che ho sbagliato strada e mi manda erroneamente sul sentiero….. poco male, la digressione mi regala un incontro ravvicinato con una paciosa marmotta che vigila su di me fischiando alle compagne la mia presenza. Incontro parecchi escursionisti tra il divertito e lo scettico sulla mia presenza in bici; sarà la costante di questo giro.

Arrivato al rifugio con Giorgia, Andrea e Licia fatichiamo a farci servire; i banconi sono letteralmente presi d’assalto da stormi di escursionisti di tutte le regioni d’Italia; mi fermo poco, perché la gambetta scalpita e già pregusto la traversata; visto che sono qua poi mi viene in mente un giro fatto da Matteo il pazzo verso il Passo San Nicolò…. che sia ora di concatenare?

Saluto gli amici e scendo verso il Taramelli; il primo pezzo è facile, poi cominciano dei tratti tecnici che lasciano poco spazio all’improvvisazione; si porta la bici purtroppo; ogni tanto riesco a prendere il ritmo e realizzo dei passaggi niente male, m come sempre una scivolata di troppo, uno scalino messo male ed appena si mette piede a terra è difficile rimontare. Arrivo al rifugio Taramelli, inconfondibile nella sua forma cubica da fine ‘800; anche qui i fazzoletti di verde sono presi d’assalto dagli escursionisti, mi farei una Coca ma c’è la fila fino fuori dal locale; riparto ora su sterrrato leggero fino alla Baita Monzoni, dove trovo un pò di refrigerio alla fontana. Anceh qui pullula di gente, portata fino a qua dai pullman navetta; mi domando che senso abbia arrivare fin qui in auto e poi ingozzarsi così….che gola però che mi fanno venire, meglio proseguire; trovo altri due bikers che hanno fatto il passo come me; chiedo lumi sul San Nicolò sentendo un accento fassano; mi confermano che si spinge parecchio, anche se qualcuno lo ha fatto pedalando….

Sbaglio qualche bivio ma riesco a ricongiungermi alla strada asfaltata delal val San Nicolò; qui le auto, i camper la fanno da padrone fino ai 1800 metri; ma sarà vita questa, soffrire su una rampa mentre dieci auto dietro di te aspettano il loro turno per sorpassarti e gasarti? 

Finalmente arrivo al divieto per le auto, anche se il tratto pedalabile finisce a 2000 metri; ora incontro solo camminatori, ognuno dei quali ha una diversa teoria sulla riuscita della mia “impresa”; chi dice che tornerò indietro, chi mi da dell’eroe (!), chi mi avverte del cordino in cima. Proseguendo scopro che il cordino non è una ferrata ma un canapone messo lì per il camminatore medio che va in panico assai presto. Arrivo al passo raggiungendo 3 tedeschi con pesanti bici da freeride con cui scambiamo quattro chiacchere sul tragitto per la discesa; anche loro scendono al rifugio Contrin con il segnavia SAT 608. Saluti di rito e riparto, le difficoltà tecniche ci sono eccome anche qua, ed alla lunga sfiancano, braccia e polsi cominciano a fare male, le gambe costrette dal fuorisella dolgono.. ma… ma sta calando il tramonto o qualcuno ha spento la luce??? Mi accorgo che in qualche modo ho finito la benzina….e quando finalmente vedo il cartello per “Malga Contrin – panna yogurt e formaggi” non mi faccio pregare: seduto comodamente su una rozza panca al sole mi godo un metro quadro di torta alla ricotta e frutti di bosco con un litro di Coca.

Faccio due chiacchere con i gestori, che scopro essere altoatesini; da 18 anni son in val di Fassa, perché il comune non aveva trovato nessun altro  a cui affidare la malga; in Alto Adige sono quasi tutte private mi dice la signora, e se non sei fortunato ti devi arrangiare. Compro mezzo chilo di buon formaggio e saluto; ora mi aspetta la discesa verso Canazei. Ci sono talmente tante persone che scendo a passo d’uomo, cercando di non urtare o di spaventare nessuno; questa strada l’avevo fatta a sedici anni seguendo mio padre fino in cima Marmolada, e non me la ricordavo così ripida appena sopra Alba di Canazei; arrivato all’asfalto riprecipito nell’immensa Gardaland che è diventata la Val di Fassa; gente ovunque di tutte le forme ed i colori (ma come fanno ad abbronzarsi così? Sono marroni! Neanche un segno di un pantaloncino, di un calzino, qua siamo al professionismo del sun bathing!), che evidentemente non ne ha abbstanza dell’aria pulita, dei profili delle montagne, delle passeggiate nei boschi; scendendo lungo la ciclabile ogni metro è occupato da un divertimento nuovo; campo da golf, campo di tiro con l’arco, Kart per la discesa su prato assistita da skilift, addirittura una piscina gigante con autoscontri gonfiabili a pedali!!!!! Per oggi ne ho abbastanza…torno a casa….ah beh!

C’è ancora da passare l’ingorgo di Moena…..auguri!!!!

Monzoni KML file

 

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