Viaggiare in gruppo per Giorgia e me è una piacevole novità; niente pensieri, se non quello di arrivare in orario all’aereoporto, niente problemi ed un pò di compagnia con cui scambiare delle chiacchere.
A Malpensa arriviamo con Fabiana, l’altra trentina del gruppo; incontriamo Eleonora di Verona con i genitori; poi arriva Cristiana da Asti….accc, sono circondato da donne, vabbé che andiamo in un paese arabo ma…come faremo???
Finalmente arriva Maurizio a trarmi d’impaccio con Milva di Reggio; sorridente come non mai, esordisce subito dicendo: “non mi ricordo di voi!”.
Fa riferimento al Camel Trophy 1998, quando io e lui eravamo i due trentini, tra 40 italiani, a partecipare alle selezioni; all’epoca era già una piccola celebrità, con i filmati delle sue imprese, con le sue conferenze; io ero un bocia dell’estremo…. ma questa è un’altra storia dell’era pre-digitale che un giorno forse raconterò.
Eccoci qua allora; bici imballate, pronti al check-in; leggerezza assoluta, pensa a tutto Maurizio, tranne quando occorre imboccare l’addetta al check-in per un problema informatico; come al solito “propendo per l’errore umano” e convincendola ad andare avanti sul sistema scopriamo l’arcano che mi fa imbarcare con il mio vero nome invece che con “Giulia”.
Volo leggero e poi puff!! nel caldo di Marrakech; cambio d’abito in fretta, recupero delle bici (efficienza marocchina, in 5 minuti abbiamo tutto), incontro con gli autisti Abdul e Mustafa che ci accompagneranno e poi via al nostro hotel; non resistiamo alla tentazione e subito ci fiondiamo nel caldo della città; i miei dubbi sul circolare con 4 ragazze sono subito spariti; al primo arabo che si fa incontro per vendere qualcosa io sono un pò esitante…le ragazze invece sono proprio perentorie: non is fanno infastidire da nessuno! Sono proprio protetto in una botte di ferro!!!
Al ritorno incontriamo i tre ragazzi sardi: Antonio, Wladimiro e Salvatore e ci ritroviamo a cena a brindare al nostro viaggio. Cominciamo a fare conoscenza della cucina marocchina con un bel tajine.