Dopo le recenti delusioni cicloalpinistiche, dovute ai divieti imperanti ormai sui più bei sentieri del Trentino, ci spostiamo più a nord, verso il confine con l’Alto Adige, dove le mountain bike non sono vessate, comprendendone il valore turistico e ambientale. O più pragmaticamente, come solo gli altoatesini sanno esserlo, perché qui passano ogni anno migliaia di tedeschi nella Transalp dalla baviera al Garda, e sarebbe un peccato perderli.
Il viaggio in treno
Mi sveglio stanco e a maggior ragione decido di prendere il treno della vacanonesa, così almeno scendendo a Trento forse mi sveglio un po’. Non avendo prenotato prima (grazie alla procedura che ho trovato io…) pago sontuosamente 6,5 euro a bordo.
Alle sette di mattina del sabato poca umanità a bordo; a Mezzolombardo sale un altro ciclista un po’ agé, poi a Cles un papà con bici elettrica con il figlio di 8 anni altrettanto munito con bici elettrica; il genitore è tutto contento di condividere una giornata con il pargolo, ma io direi: faresti giocare tuo figlio con una porta più grande per fargli fare gol più facilmente? Abbasseresti il canestro, la rete di pallavolo, quella di tennis per dargli l’illusione di far minor fatica? Sei convinto che questo sia la miglior maniera di fargli amare la bicicletta?
Si parte in bici
A Mostizzolo scendo dal treno con i miei dubbi e imbocco la strada per Cis e poi per Bresimo: di notte ha piovuto un po’ ma l’aria è ancora caldissima e umida; nelle campagne vengo assalito da tafani imbizzarriti; devo decidere se pedalare o difendermi, ma se mi fermo mi si forma una nuvola minacciosa introno pronta al banchetto: mi riavvio ormai sanguinolento e decido di accelerare per quanto possibile per uscire dal bosco e arrivare a Bresimo; il comportamento aggressivo lascia presagire cambiamenti del tempo; speriamo che la tanto agognata pioggia non arrivi proprio oggi che devo valicare due passi a 2400 metri.
Alla cooperativa di Fontana, frazione di Bresimo, mi fermo per farmi imbottire due panini dalla svogliata cassiera e mi faccio una coca; sono già sdrenato dal caldo. Il mio aspetto non è così rilassato come i due trekker griffati Montura arrivati in auto che si fanno fare altrettanti panini e ricevono più attenzioni di me dalla signora. Per fortuna si copre il cielo e arrivano delle provvidenziali gocce di pioggia: a metà strada verso la malga Bordolona trovo una freschissima fontana. Proprio mentre mi abbevero passano in auto i due stilosissimi trekker diretti anche loro alla malga, per far do pasi ‘n montgana!
Finita la strada, si spinge
Alla malga raggiungo e supero i due trekker con altrettanto stilosissimi zaini, in tinta con l’abbigliamento, che salgono al passo: nel complesso direi che bici+ treno + bici il bilancio energetico, ambientale e di tempi è nettamente a mio favore.
In vetta
Il passo di Rabbi in mountain bike
Raggiungere il passo di Rabbi si rivela più duro del previsto: dopo la prima parte pianeggiante su una strada di cantiere per lavori idraulici, la stessasi innesta sulla forestale che sale da Santa Gertrude con pendenze infami; alla fine non solo mi scoppia il quadricipite, ma anche i dorsali per tirare sul manubrio fanno male! Quando all’ultima malga diventa sentiero paradossalmente è più facile, a parte qualche passaggio trialistico in salita, che, complice la stanchezza, non sempre riesco a chiudere a zero penalità.
La discesa dal rifugio Lago Corvo
Al rifugio Lago Corvo trovo un gestore simpatico (ormai non me la godo quasi più a girare in bici in montagna, ho sempre paura del giustiziere della domenica!), acqua fresca e un altoatesino con cui condividere la discesa; discesa che si rivela una delle migliori delle alpi; superscorrevole, con tornanti in appoggio, salti e dove persino i pedoni si fanno da parte gentili! C’è spazio per tutti in montagna!
Un paradiso!
Incontriamo alcuni biker tedeschi che risalgono verso il lago Corvo diretti in Alto Adige, con la bici a spalla.
Il rientro in treno
Alla fine dopo una bella birra in centro a Malé, riesco a prendere il treno delle 15:31 diretto a Trento; tra un sonnellino e una obbligatoria condivisione social della piccola avventura, sono nel capoluogo alle 18:00; il centro sonnacchioso brulica di aperitivi, io lento lento risalgo verso casa, per sfondare i 3.000 metri di dislivello anche oggi.
Gran bel giro Giuliano.