Bocchetta Tre Sassi – Cima Sassara- Val Centonia

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La teoria del “za che!”

“Za che!” siamo qua  facciamole tutte no? Così mentre saliamo nella mattina  tersa e limpida  verso l’obiettivo di giornata, notando le condizioni della neve ancora dura, perché non fare una digressione verso la Bocchetta dei Tre Sassi? Così intanto aspettiamo che il sole faccia capolino da là dietro ed intanto ci facciamo una 400 metri di sciata  per riprendere confidenza con la curva prima del ripido.

I tre gendarmi della Bocchetta dei Tre Sassi

I tre gendarmi della Bocchetta dei Tre Sassi

I tre gendarmi della bocca sono lì immobili nell’alba, mentre salgo contemplando i bastioni rocciosi del Brenta; arrivato alla sella, non posso fare a meno di ammirare il panorama verso la val di Tovel: la verticalità del Brenta lascia sempre senza fiato.

Bocchetta dei Tre Sassi

Bocchetta dei Tre SassiPrima discesa in campo libero; tutta la valle per noi, nel silenzio assoluto si sentono solo le nostre lamine fendere il manto gelido; poco prima abbiamo sentito distintamente i campanacci e le urla  del tifo dell’Adamello Ski Raid, anche se distano km e km da qui; che sia solo suggestione? L’avrei anche fatto l’Adamello, ma il mio compare  si è autoeliminato cercando di fare i 100 all’ora tra le viuzze di Canazei al Sellaronda, per cui per quest’anno nisba.

Ripelliamo poco sotto la Bocca di Mondifrà  in direzione cima Sassara; cominciano ad arrivare dal basso un po’ di scialpinisti, mentre sopra di noi qualcuno ci ha preceduto e sta tracciando il canale insistendo con le lamine sulla neve ghiacciata; li raggiungiamo prima del famigerato traverso che  immette nei ripidi pendii sommitali; oggi tutto è in condizione, passiamo solo con ramponi, anche se ci eravamo premuniti di tutto: corda, imbraghi e rinvii in previsione del peggio. La cima è proprio là, dopo un ultimo sforzo sempre sci in spalla.

Dalla cima il panorama è splendido; la verticalità degli ambienti  dolomitici lascia sempre stupefatti, ed in una giornata come quella odierna, baciata dal sole e carezzata dall’aria fresca, tutte le montagne intorno sembrano amiche desiderose di farsi accarezzare i fianchi dai nostri sci. Così ogni canale sembra percorribile, ogni salto di roccia aggirabile, ogni cima raggiungibile per itinerari che si disegnano nella mente.

Si parte sci ai piedi dalla cima e subito si fa sul serio; la tempistica si rivela perfetta e troviamo un bel firn che ci da  il giusto appoggio nelle ripide curve; in un baleno siamo al traverso, poi liberiamo la sciata nel ripido pendio fin sotto la Bocca di Mondifrà. Risalita (50m) senza pelli e poi, perché non fare anche questa? La val Centonia  me la sono segnata da parecchi anni, è una delle prime della guida del Rosi del Brenta!!!!

Val Centonia

Val Centonia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La neve in questo versante a nord non è ancora trasformata ma si lascia sciare fino in fondo al vallone, dove incrociamo un sentiero che ci porta sulla forestale tra la val Meledrio e la Malga Mondifrà; i 4 km finali  per chiudere il cerchio saranno  particolarmente impegnativi, del resto ne è venuto fuori un giro da 20 km e 2100 metri di dislivello.

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