Continua l’esplorazione del Pasubio; ieri sera ho chiamato invano a raccolta Matteo “The bike“, ma oramai le nostre strade si sono divise: padre di famiglia io con figlia febbricitante, giovane ingegnere single e scapestrato quel che basta lui; i nostri orari non coincidono più, ahimè!!!
Parto da Rovereto questa volta, su per la Vallarsa devio verso Boccaldo per poi salire a Giazzera verso il Rifugio Lancia; interminabile salita in asfalto, fatto con gli amici mi era sembrata più corta; invece che tagliare subito salgo a Malga Valli attratto da un invitante cartello che dice che è aperta tutti i fine settimana di Ottobre; poco prima del pratone della Malga sbuca da destra un giovane camoscio e trotta per un po’ lungo la strada davanti a me prima di tuffarsi nel bosco; troppo poco per tentare il trucchetto del cinghiale in Paganella; mi fermo e mi faccio un cappuccino caldo caldo che la salita tuta in ombra mi ha un po’ infreddolito.
Per fortuna ora sono al sole; la strada diventa finalmente sterrata; queste carrarecce create in tempi di guerra sono forse l’unica cosa di buono lasciata dal conflitto; scavate nella roccia o disegnate lungo i fianchi delle montagne, dalla pendenza perfetta per carri trainati da buoi e per le nostre ruote, con ancora i paracarri in alcuni punti, un vero capolavoro di ingegneria. Salgo fino alla Sella del Pasubio; incontro due biker e molti cacciatori in attesa; faccio un salto fino al Rifugio Lancia in crca di acqua ma ahimè la fontana è secca; mi devo accontentare di un salatissima lattina di Coca; tutte le volte che sono passato di qua in autunno ho sempre patito il freddo; invece questo ottobre si preannuncia caldo come il mese appena trascorso; ritorno sui miei passi e poi, in prossimità dei ruderi dell’ospedale militare scendo in Val Zuccaria; ho faticato non poco a trovare il bivio, l’unica volta l’avevo fatta due anni fa nell’altro senso e la strada ormai è quasi un sentiero; incontro altri due biker vicentini che sembrano agghindati come tedeschi: che il cicloalpinismo stia prendendo piede anche in terre di pedalatori assatanati da prestazioni?
A malga Bisorte comincia una fantastica discesa verso Geroli; tornante dopo tornante si scende di quota; sono ben 9 km di derapate controllate. Di qui tento l’avventura lungo il Leno ma vengo sfiduciato da un signore che dubita sulle capacità alpinistiche della mia bici; solitamente mene faccio un baffo, ma questo sembra saperla lunga per cui rientro sulla statale del passo della Borcola e poi giù fino a rovereto; la giornata è splendida ed anche un pò di asfalto in solitaria su una strada deserta non fa male.
Giretto di 60 km con 2000 metri di dislivello.
MalgaValli-RifugioLancia-Geroli