Percorso ad anello dei tre dossi (Doss Trento, Dosso di San Rocco e Dosso Sant’Agata) intorno a Trento in bicicletta per una pausa pranzo rigenerativa rubata ai tanti giorni di pioggia di questo autunno umido e uggioso.
Ne viene fuori un giretto in gravel da 42 km e quasi mille metri di dislivello; tecnico in alcuni tratti, ma tutto gravellizzabile: l’unico errore è stato incaponirmi a salire con la bici il sentiero a zete che sale sul dosso di S. Agata; da evitare, sarebbe difficile anche in mountain bike.
Come più volte detto questa disciplina del ciclismo è molto fisica; da grandi soddisfazioni su strada dove la bici scorre via leggera e veloce, anche con le gomme tubeless da 42 mm, ma richiede notevoli sforzi di polsi, braccia e schiena per anticipare tutte le traiettorie, i dossi, buche e radici dei percorsi fuoristrada intorno a Trento. Quando poi si trovano scalini o radici o sassi, invece che passarci sopra con un carroarmato come la mia full da XC con 120 mm di escursione e gomme da 2,4 pollici, occorre scendere piano piano cercando di non distruggere i cerchi.
“Montes argentum mihi dant nomenque Tridentum” recita una frase sul vecchio municipio di via Belenzani in centro storico
Sul Doss Trento con vista Doss S. Agata
Sul Dosso di S. Rocco verso la Marzola
Sul Doss S. Agata verso S. Rocco