Gran Fondo Charly Gaul – il test in compagnia

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Che c’è di meglio di una pedalata in compagnia il sabato mattina?

Tranquilla, rilassata, facendo due chiacchere sul tempo, ‘l cul e i siori che, come dice il proverbio, “i fa sempre quel che vol lori!”….

Ecco che a Piedicastello in una fresca mattina di luglio si trovano ben 5 componenti del gruppo Scania; Andrea il cuoco, Ranieri dagli occhi di ghiaccio, lo scalatore Nardelli, il sibillino Potrich ed il sottoscritto; si parte per testare il percorso della Gran Fondo Charly Gaul, che Andrea vuole fare ad agosto. E’ fresco poiché ha piovuto tutta notte e mi carico nello zainetto tutto l’indispensabile per coprirmi, ma sulle prime rampe verso Sardagna già si suda parecchio. Il cuoco veste i panni di Riccò, io faccio Contador e smorzo continuamente i suoi attacchi sui pedali a suon di pedalate in agilità; a Sardagna breve sosta alla fontana; Ranieri dagli occhi di ghiaccio silenzioso e con uno sguardo dei suoi passa e va, e noi ci accodiamo. Siamo in gruppo rilassati, quando una saetta celeste passa al mio fianco; la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Andrea Nardelli e parte alla volta di Candriai mulinando sui pedali da seduto come quel pompatone di Basso nella tappa del 2006; non una goccia di sudore, non una smorfia: una maschera di ghiaccio. Il cuoco si attacca ed io non mi faccio pregare; pompo a manetta ma il Nardelli non molla fino a Candriai, dove ci fermiamo per un’altra sosta. Ma non doveva essere una pedalata in compagnia?

Ripartiamo più tranquilli, si discute del più e del meno, poi il Cuoco riparte con uno scatto dei  suoi; lo lascio andare, la strada è ancora lunga; lo tengo a vista, poi dopo il Norge comincio ad accellerare il passo aumentando la frequenza, salgo ai 14-15 km/h (lo so medie ridicole, ma per noi ciclisti al vino rosso….) lo metto nel mirino; “Maldido! Cavron!” l oapostrofo alla Contador, “Sei finito ormai!” lo rincorro da vicino, siamo alla rampa finale, il cuoco Riccò gioca al gatto con il topo, si volta, in alto sui pedali, pronto a sganciare le sue unghiate; purtroppo Gaicomelli Contador non riesce nell’aggancio, fallito a pochi metri dalla vetta.

Pausa ora per fortuna; al gruppo epr un caffé si aggiunge anche Luca il dandy della compagnia, noto e abile venditore di camion Scania, salito all’Alpe con la sua mountain bike. Il sibillino Potrich scende verso Trento assieme a Luca, noi  in picchiata verso le Viote in mezzo alla nebbia, poi giù vero Lagolo, dove Ranieri recupera un pò di smalto e si invola seguito da Contador e Riccò sul filo degli 80 all’ora; era da un pò che non facevo certe velocità e quando leggo sul computerino 85 km/h un brivido scorre lungo la schiena…

Al bivio di Lasino sceglaimo di salire al Passo San Uldarico; in questo modo si taglia un pò il percorso della Gran Fondo Cahrly Gaul che scende in valle dei laghi, ma è meglio passare per Cavedine e poi Drena, tutta ammantata di fiori per i turisti; scendiamo in valle dei laghi e si capisce subito che aria tira; centinaia di bici a zonzo per tutti i paesi, sembra di stare in un’altra nazione; spopolano i tedeschi certo, ma anche mamme a a far la spesa e bambini che giocano. rotta su aRco e poi Bolognano, dove inizia lasalita di 13 k per Monte Velo; il cuoco che l’ha già percorsa sentenzia ceh è dura fino al non km e poi più facile (!) e che ognuo salga con il proprio passo; all’inizio sto con lui e mi sembra di stare meglio rispetto al Bondone: come sempre soffro le prime salite; poi mi fermo a prendere acqua e lo lascio andare, aspettando lo scalatore NArdelli che ammette di essere in difficoltà. Faccio un tratto con lui, di Ranieri dagli occhi di ghiaccio nemmeno l’ombra; poi vado via con il mio passo.

In cima a Santa Barbara ci ritroviamo tutti, chi più in forma chi meno; poi la temuta risalita del passo Bordala si rivela poca cosa; discesa veloce verso Cei, e sugli strappetti mi cedono le gambe un paio di vote, non sono proprio abituato ad andare in bici da corsa; discesa verso Aldeno a velocit folli e poi rientro dalla destra Adige; allo strappo di Ravina ancora mi stacco, non c’è niente  da fare, soffro proprio certi scatti…

Nel omlesso ottimo giro, non avevo mai fatto un giro in bici da corsa in compagnia di questa portata: 110 km con quasi 3000 m di dislivello.

Gran Fondo Charly Gaul GPX file

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