Primiero Extreme – Triathlon alpino 2016

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Azz! Anche questa volta mi sfugge la vittoria assoluta!

Come due mesi fa alla RAR per un’errore grossolano, nonostante una grande condizione!

Un insolito triathlon alpino, con la mountain bike downhill al posto del nuoto, ma con una parte di trail running  che sembrava più che altro una skyrace vista la difficoltà e le pendenze. Ho fatto un tempone di bici (mi ricordavo persino la salita fatta anni fa), mi sono difeso all’interno del BikePark della Tognola nonostante l’abbia fatto con al bici front, bardato come Greg Herbold negli anni 90, e, piombato in centro a San Martino di Castrozza al grido dello speaker “Colpo di scena Giuliano Giacomelli sta conducendo la gara davanti al nostro Simone Orler!” provo a dare il tutto per tutto nella prova di trail running che si rivela proprio ostica. Dritta su come un filo sulla pista da sci, sotto un sole cocente; il mio avversario è dietro e parte addirittura con la cintura e la borraccia ed i bastoncini; io solo di corsa riesco a tenerlo a distanza ma pian piano comincio a patire il caldo e all’unico ristoro prendo un bicchiere contando sul fatto che di lì a poco si svolterà verso il traguardo. Invece la gara si inerpica su per la Rosetta con mille zete e quando finalmente spiana e posso ricominciare a correre seriamente probabilmente appannato non vedo un semplice bivio (peraltro non presidiato in quel momento dal tipo del soccorso alpino, che sia un ignobile complotto per non far perdere l’idolo locale???); il segnavia SAT va dritto ed io lo seguo, ma il percorso volgerebbe a valle. Così dopo un po’ non vedo più nessuno, nemmeno quelli delle staffette che mi avevano recuperato e che mi facevano da tappo; sento uno che mi chiama; è il mio avversario che si è reso conto dell’errore (è del posto del resto…) e comincia a correre giù per i prati dall’altra parte del costone; preso dal panico, non so se rifare la strada indietro o buttarmi anch’io giù in linea di massima pendenza; opto malamente per questa seconda opzione su un terreno impervio e scivolosissimo; se il gluteo infortunato non mi fa male rischio seriamente le caviglie e mi ricongiungo al percorso in prossimità della malga, ormai ampiamente dietro il mio avversario, che concluderà con ben 4 minuti di vantaggio.

Mi son divertito ed il mio avversario era probabilmente più preparato (in downhill mi ha recuperato un bel po’ di minuti con la bici giusta), però mi sarebbe piaciuto giocarmela allo sprint; sarà per la prossima, intanto ho visto che, nonostante la differenza con una bici da enduro, ho fatto un discreto “metà classifica” nel bike park, nonostante 100 miseri millimetri di escursione davanti ed il resto ammortizzato con gomiti e ginocchia, senza mordermi la lingua nei vari sballottamenti.

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