XTerra Scanno – Triathlon 2018

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Un francese, un italiano e uno spagnolo: potrebbe essere una barzelletta.E’ infatti è meglio riderci sopra, perché se ci rimugino troppo va a finire che dimentico che in fondo questo è solo un gioco e che il divertimento è confrontarsi con gli altri, fare un po’ di sport per tenersi in forma, visitare posti nuovi e conoscere persone con la tua passione.

Vabbeh! Dopo questa infarinata di buonismo  cominciamo a dire le cose come stanno.

Credo che se non avessi bucato adesso avrei in tasca il pass per Maui, dove si tengono  gli XTerra mondiali: sì perché nonostante un ottimo nuoto (25 ‘per i miei standard, e con muta) sono uscito dietro il mio avversario di giornata, un coriaceo francese che, scoprirò dopo, è la terza gara che fa in Italia per qualificarsi.


Lo recupero in cima al secondo giro, nonostante  trovi parecchio traffico nei punti critici, e mi lancio in discesa in sorpassi azzardati delle ragazze elite che trovo sul mio cammino un po’ impacciate in discesa; quando trovo l’austriaca attaccata ai freni le chiedo di passare ma su un single-track veramente stretto non ce la fa nemmeno a fermarsi e mi fa perdere un sacco di tempo.

Quasi a metà della seconda discesa, (cavoli, avevo giusto rilanciato su un dosso per imboccare il sentiero davanti a un gruppetto e non avere tappi), sento ceh l’anteriore sbanda….. noooo! Provo il gonfiagomme ma non sta su; provo una seconda volta ma niente da fare; pian piano mi trascino in fondo alla discesa e sul lungo lago pedalo a tutta con la ruota sgonfia mentre inesorabilmente mi passano un sacco di atleti.

Arrivo al cambio indiavolato e quando un giudice FITRI mi dice che non posso passare sotto le transenne ma devo fare il giro giusto per posizionare la bici non lo mando a quel paese per quello che ho detto nell’introduzione. Cerco il numero e non lo trovo (le regole XTerra sono diverse da quelle FITRI e non serve il numero in bici); biascico qualcosa e il giudice impietoso mi dice che non posso partire senza numero; cerco ancora e non lo trovo, poi parto dicendogli che mi squalifichi pure se vuole. Questa volta la gara la voglio finire, non come a Garda.

Le gambe però non sono quelle solite; il caldo, la salita (30 km di bike  con 1350 D+, due ore di gara solo in bici) me le hanno lasciate di sasso; se poi mettiamo che la strada punta decisamente in su per parecchio comincio a capire che non lo troverò, il francese; prima di entrare a Scanno e di fare le sue maledettissime scale in su è giù mi recupera l’austriaca di prima che ora ha una falcata leggera come una gazzella. Tutta la mia boria è svanita e non riesco a tenere il suo passo; a malapena sul ripido riesco da avvicinarmi, ma poi la perdo, peccato perché con il suo tempo avrei recuperato parecchio. Nel finale di corsa mi sembra che le gambe comincino a girare e recupero anche il gruppetto con cui ero in bici; vuoi vedere che il francese è qui davanti? In discesa  strizzo i quadricipiti  per volare come posso, sul lungo lago spingo  ma non riesco a fare che un ritmo di 4′ 30″ che mi farà recuperare altre due persone ma non il mio avversario che, meritatamente, arriverà due minuti avanti.

Per quanto riguarda i tempi posso considerarmi soddisfatto; non c’è un livello altissimo come nelle gare a singola disciplina, però la distanza dai PRO non è così immensa; il primo master chiude con un tempo stratosferico di 3h 08′, ma anche il mio 3h 30′ che vale il 29 assoluto non é da buttare via!

Il podio è sempre il podio!

 

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