Catania – Taormina – Sicilia by Bike 2020

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Il nostro viaggio in Sicilia in bici comincia verso nord, da Catania verso la famosissima e mondana Taormina. Ritirate le biciclette alla Ciclostazione di Catania, spedite lì dal nostro tour operator Ciclabili Siciliane, ci cambiamo al volo nel retro del negozio e partiamo.

Abbiamo noleggiato delle Trek Dual Sport da trekking, con pneumatici 700 x 38 c, freni idraulici a disco e forcella a elastomeri bloccabile: volevo delle gravel ma non era disponibile la misura per Giorgia, ma va bene così, alla fine il gravel è più un concetto che una bici. Sono complete di tutto: luci ricaricabili, pacchetto di assistenza, due catenacci dal peso di un paio di kg l’uno. Ci hanno fornito anche il casco. Ho scelto il noleggio perché a conti fatti il trasporto aereo è aumentato di prezzo notevolmente nel corso di questi anni e per una settimana il noleggio pareggia il costo; in più sono assicurate e non ho lo sbattimento dello smontaggio e rimontaggio.

Alla Ciclostazione di Catania pronti a partire per il giro della Sicilia in bici
Alla Ciclostazione di Catania pronti a partire per il giro della Sicilia in bici

Dopo nemmeno 600 metri nel caos del sabato mattina di Catania siamo già fermi: per pedalare ci vuole una carica in più e cominciamo subito a caffè e cornetto alla crema di pistacchio. Non dite brioches altrimenti i catanesi alzano gli occhi al cielo.

I primi cornetti alla crema di pistacchio nel centro di Catania
I primi cornetti alla crema di pistacchio nel centro di Catania

Prima sorpesa un po’ negativa al bar: i camerieri sono un po’ freddini ,e non credo sia dovuto alla disposizioni COVID che impongono distanziamento e mascherina all’aperto. Le aspettative mie sono alte, ho in mente il mio primo viaggio in moto in solitaria dal Trentino alla Sicilia, e certe cose mi lasciano un po’ perplesso: per esempio il fatto che il bicchiere d’acqua sia sempre servito in bicchiere usa e getta di plastica. Cosa che poi fa il paio con i rifiuti che cominciamo a incontrare lungo il nostro tragitto: nel 2020 ancora a preoccuparsi di questo ci fa un po’ pensare a quanto c’è da fare ancora per la cultura del territorio.

Il Centro di Catania è praticamente lo stesso di 30 anni fa: poche vie belle e il resto molto trascurato, al limite della decenza.

La versione moderna dell'elefantino simbolo di Catania
La versione moderna dell’elefantino simbolo di Catania
Il Duomo di Catania
Il Duomo di Catania
L'elefantino, simbolo di Catania
L’elefantino, simbolo di Catania

Non esiste poi un vero e proprio lungomare da godere, per fortuna verso AciCastello troviamo uno straccio di ciclabile. Cominciamo a rapportarci con il traffico del Sud: caos completo, assenza di segnaletica orizzontale in grado di regolamentare i flussi, segnaletica verticale vecchia di decenni. Le strade sono abbastanza malmesse, ci sarebbe spazio anche per una ciclabile ma è occupato da auto in perenne sosta: ognuno deve avere un motivo per piazzare l’auto senza troppe remore in mezzo, e gli altri hanno un motivo per suonare il clacson.

Per fortuna vanno tutti piano e sono rispettosi dei ciclisti. Ci sono persino degli avventurosi podisti che corrono sulla statale.

Primi chilometri del viaggio in bici in Sicilia lungo la ciclabile a Catania
Primi chilometri del viaggio in bici in Sicilia lungo la ciclabile a Catania
In poco tempo siamo ad Acicastello
In poco tempo siamo ad Acicastello
La rocca di Acicastello
La rocca di Acicastello
Ad Acitrezza i Ciclopi sono un po' imbronciati
Ad Acitrezza i Ciclopi sono un po’ imbronciati
Il sorriso ce lo mettiamo noi.
Il sorriso ce lo mettiamo noi.
Dopo Acitrezza decidiamo di esplorare un po' di strade provinciali dell'interno.
Dopo Acitrezza decidiamo di esplorare un po’ di strade provinciali dell’interno.
Attraversiamo la riserva naturale alla foce del fiume Alcantara
Attraversiamo la riserva naturale alla foce del fiume Alcantara

Nell’attraversare la riserva naturale della foce dell’Alcantara mi aspettavo qualcosa di più: oltre ai sempre presenti camper di tedeschi che colonizzano ogni spiaggetta come fossimo in Croazia si fa nauseante la presenza di rifiuti in ogni dove; inoltre cominciamo a veder grossi cani randagi che, seppur indolenti, incutono un po’ di timore e ci condizioneranno gli itinerari dei giorni successivi. Rientrati sula provinciale attraversiamo immensi campi di agrumeti: il territorio, seppur abbastanza curato per via delle coltivazioni, è lasciato nell’incuria più totale: case abbandonate, rifiuti, strade rovinate. In mezzo a tutto questo incredibili campeggi e zone balneari, dove però anche la più frequentata spiaggia è piena di bottiglie rotte e fare il bagno diventa un’avventura.

Il tratto di collegamento tra le due provinciali all'interno della riserva naturale del fiume Alcantara
Il tratto di collegamento tra le due provinciali all’interno della riserva naturale del fiume Alcantara
Il tratto di collegamento tra le due provinciali all'interno della riserva naturale del fiume Alcantara
Il tratto di collegamento tra le due provinciali all’interno della riserva naturale del fiume Alcantara
Entriamo a Giardini Naxos
Entriamo a Giardini Naxos: il pomeriggio del sabato è tranquillo, infatti fino alle 16 negozi chiusi e poca gente in giro
L'isola bella di Taormina
L’isola bella di Taormina

Saliamo a Taormina lungo la provinciale dalla pendenza ideale, che lascia intravedere tra palazzi nobili e alcuni un po’ diroccati dei bellissimi scorci della baia, anche se le nuvole non fanno splendere i colori.

La nostra abitazione affittata con AirBnb è in pieno centro, dietro Porta Messina: l’ideale per visitare a piedi senza fatica la città. L’appartamento è enorme e tutto a nostra disposizione, con TV e WiFi, giusto per godermi le tappe del Giro in questa anomala stagione 2020.

Il bello della Sicilia è che si può mangiare cose molto sfiziose a prezzi bassissimi: oggi proviamo il Pidone con acciughe e senapina.
Il bello della Sicilia è che si può mangiare cose molto sfiziose a prezzi bassissimi: oggi proviamo il Piddone con acciughe e senapina.

Taormina è bella e decadente, piena di fascino e di paccottiglie per turisti anglofoni in perenne clima da bella vita: per loro Roma o Taormina probabilmente sono la stessa cosa: Vespe o 500 che fanno da Taxi, souvenir, coppole “Made in Sicilia”, “O’ sole mio” cantato agli angoli. Ad addolcire il tutto cannoli come se piovesse e granite pastosissime alla mandorla o pistacchio.

Una vecchia FIAT 500 acchiappa turisti a Taormina.
Una vecchia FIAT 500 acchiappa turisti a Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.
Scorci di Taormina.

Anche qui a Taormina è arrivata al dittatura dello Spritz: caraffoni arancio viaggiano veloci sulle esperte mani dei camerieri, e turisti di ogni dove bevono la stessa sbobba ovunque, insensibili alle miriadi di sfumature dei tantissimi vini locali italiani. Noi ci facciamo sedurre da un Insolia, un vitigno autoctono che i Romani esportarono in Toscana, fino a farlo diventare l’Ansonica.

Un fresco Insolia per gustare il passeggio nelle vie di Taormina
Un fresco Insolia per gustare il passeggio nelle vie di Taormina

Così come si può mangiare di gusto con tre euro, tra Arancini, Piddoni, Calzoni e altre delizie, ci si può far fregare altrettanto di gusto nei locali acchiappa turisti: così capita pure di pagare 2,5 euro un caffè! La sera gustiamo due delle specialità tipiche: la pasta alla Norma (con melanzane e ricotta salata) e la pasta con la mollica; il locale è quanto di più tipico ci sia, ma la qualità della pasta è da turisti in vacanza, quali noi siamo. Basta – sentenzia Giorgia – da domani cucino io!

Scorci di Taormina
Scorci di Taormina

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