Zinsfnock o come diavolo si chiama… sulle mappe è segnato in maniera diversa, e sulla croce di vetta non c’era nome.
Ci sono salito dopo aver chiesto a due ragazze altoatesine, incontrate sulla via di ritorno dalla Henne. Forti ‘ste putelote crucche: casco dai colori sgargianti e occhiali a specchio, piercing alle labbra, vestite da catalogo Sporlter, con 110 cm sotto ai piedi e sciata bella aggressiva. Così il giorno dopo ho pensato di approfittare delle temperature fresche e salire al mattino presto, per godere della cima inondata dal sole fin dalle prime luci dell’alba, ben visibile anche dal paese di Riobianco. Fino alla piana delle malghe ormai è una cronometro, ci sono solo io e la motoslitta ceh riporta a monte le slitte utilizzate dagli avventori che la notte salgono a cenare e poi scendono come pazzi: “Auf eigenem Gefhar!” recita il cartello prima della Malga Pircher.