Passo Giovo e passo Pennes – Ciclismo 2025

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Per una volta che prendo la bici da corsa (un solo giro quest’anno, con MC Cattaniz), meglio toglierle giù un po’ di ruggine.

L’Alto Adige, terra di grandi salite

E’ da un po’ che volevo farmi un giro in terra altoatesina, e l’occasione arriva con la chiusura del passo Pennes alle auto per una domenica nel silenzio delle alte vette; così ci ho messo anche il passo Giovo per fare un giro ad anello da 150 km e 3.330 m D+; sarò all’altezza?

Scendo a Trento per prendere il treno;

Noto che a Trento, ma vedo dopo anche a Bolzano, non ci sono le canaline per far salire le biciclette; io ce la faccio, ma come fanno i turisti tedeschi con pesanti bici elettriche (e ingombranti panze da birra?). Mi preoccupo di chiamare un collega che lavora a Trenitalia per farglielo notare, e lui mi risponde subito di domenica mattina!

E’ la prima volta che porto la bici da strada in treno.

A Bolzano ci metto ben 25 minuti per arrivare alla ciclabile lungo l’Adige; tra mille segnali e cartelli, Bolzano è molto ben organizzata ma rimane una città piuttosto estesa. Adesso mi aspetta un trentina di chilometri fino a Merano; la giornata è splendida, ma c’è un forte e freddo vento contrario: incontro un sacco di cicloturisti allegri che scendono a favore di vento!!

Appena fuori Merano inizia la val Passiria, molto trafficata ma con automobilisti educati.

La val Passiria si rivela bellissima, lunga e ostica, e pure questa controvento; a un certo punto mi metto pure il gilet, fino a San Leonardo in Passiria.

Il Passirio prima di entrare nelle gole di Merano.
Rettilinei interminabili: laggiù in fondo l’obiettivo di giornata.

Arrivat oa San Leonardo l’amara sorpresa: il passo del Giovo, Jaufenpass, è ben 19,5 km! la pendenza non è eccessiva, intorno all’8% medio, ma ci sono pochi tornanti e la salita si svolge lungo interminabili rettilinei, a volte intervallati con qualche semicurva. Ci sono pochi ciclisti (saranno tutti sul passo Pennes) e invece qui il traffico si fa sentire: moto, moto a profusine, che scatenano i cavalli da un tornante all’altro; a un certo punto sento arrivare un paio di motori smarmittati e mi sorpassano delle auto da rally, addirittura una Lancia Martini con targa prova! Lo dice bene il Presidente della provincia di Bolzano che ci sono dei problemi sui passi!

Km dopo km finalmente arrivo al passo, ma che fatica con queto freddo e questo vento: e siamo ad agosto!! Mi tuffo al rifugio per uno strudel e un cappuccino, alla bella cifra di 8,5 €; dev’essere una contromisura contro l’overturism ma non serve molto a giudicare dall’affollamento.

Con tutto questo fluo è un attimo finire sulla pagina Instagram dei pannolati!

Piccola parentesi sul ciclismo da strada; dal CoViD-19 che ha distrutto l’associazionismo, è stato tutto un fiorire di nuovi modi vivere la bicicletta; adesso il ciclista da strada è solitario e stiloso, indossa divise a tinta unita in colori pastello, guida biciclette aero con manubri integrati e cerchi da 50 mm anche sui passi dolomitici, occhialoni giganti e soprattutto, non ha dietro nulla per vestirsi!!! Come fanno in discesa, si fanno venire a prendere? io in discesa ho dovuto mettermi addosso tutto quello che avevo nello zainetto (se sei un pannolato non hai uno zainetto, hai un paracadute!): guanti, manicotti, ginocchiere, gilet e ventina, oltre a cambiarmi al canottiera con una termica. Mah!

Misteri del marketing ciclistico; la prossima volta però invece che lo zaino prendo la borsa da manubrio, che fa più figo.

Arrivato a Vipiteno dopo una lunga discesa gelata si riparte per il passo Pennes

Il passo Pennes si rivela più ostico: 13,5 km fino a 220 metri; inoltre praticamente disabitato, non esiste una fontana in tutta la salita; a un maso trovo una specie di ristorante e mi infilo nei bagni per riempire la borraccia. qui però regna il silenzio, e sui prati si sentono le marmotte fischiare, mentre l’ombra del falco passa sulla strada davanti alle mie ruote. Alle tre di pomeriggio sono al passo; pochi ciclisti che si ristorano in un tendone, non sembra esserci l’aria di festa che c’è al Sellaronda con le chiusure dei passi. La giornata è fantastica; non una nuvola in cielo; del resto con questo vento! Non ho tempo purtroppo per foto e per fermarmi a rimirare il panorama, mi sa che ci ho messo troppo. Devo scendere a Bolzano lungo la val Sarentino. bellissima e lunghissima; prati, ville, chiese (tranne fontane, mannaggia!) e via a 50 all’ora fino a Bolzano, ogni velox mi segnala “Sie fahren 56 km/h” con la faccina rossa; in fondo ci sono 5 gallerie, un paio piuttosto lunghe, da 1,5 e 2 chilometri ma il poco traffico è molto rispettoso.

Arrivo in stazione in tempo per il treno delle 17 verso Trento, arso dalla sete; missione completata per il girazzo della stagione ciclistica; certo che in fuoristrada ci si diverte di più, non ci sono dubbi.

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