Ritmi d’altri tempi, linea da tracciare.. scialpinismo d’altri tempi.
Via dalla pazza folla, alla ricerca di pendii immacolati; anche se io personalmente ero un pò scettico per le condizioni della neve dovute alle recenti pazze nevicate di Aprile la compa KarlHeinz & soci propongono Cevedale o Palon de la Mare.
Salendo capiamo subito che sarà dura; nessun locals nei paraggi, pare proprio che dovremo battercela tutta, per fortuna siamo in sette e ci alterniamo al comando per brevi tratti onde non esaurire le forze; ci fermiamo spesso per decidere dove passare: questo è scialpinismo autentico, di ricerca, perché anche se ci siamo passati in tanti qua in momenti diversi, con tutto questo bianco ogni volta è una storia da riscrivere, come mostra questa foto: Stefano perso nel bianco prima di aggirare i seracchi sommitali.
Arrivati in cima con un vento pazzesco (sono salito con moffole in piuma e giacca in Gore-Tex completa, mi domando se io non abbia esagerato con la mia cura dimagrante pro bic…) troviamo un gruppo di tedeschi curiosamente a piedi nonstante evidenti tracce di salita che arrivano dal versante del rifugio Branca, mah!
Ci abbiamo messo circa 5 ore per arrivare, e devo dire che nono sarei riuscito ad andare più veloce, dovendo tracciare in neve molto profonda; ora arrivano le nubi e la prima parte della discesa è sul tracciato di salita per non finire sopra i seracchi; poi abbandoniamo ogni remora e ci lasciamo trscinre sul ghiacciaio.