Monte Croce dalla val Mattio – Scialpinismo 2021

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Questo itinerario di scialpinismo parte dalla val dei Mocheni, da Palù del Fersina – Frotten e attraverso la val Mattio raggiunge la cima del monte Corce. Si abbina a quelli fatti da Brusago e sempre da Palù passando per il passo Palù. Questo mi è piaciuto di più proprio perché fatto ad anello: certe giornate sembra di poter vagare per i monti senza limiti, disegnando e tracciando traiettorie sul bianco; è vero che in questi territori si trova sempre una traccia da seguire, però la libertà che dona questo sport è ineguagliabile.

Via al fotoracconto!

Partenza dai masi Tasaineri sopra Palù del Fersina
Partenza dai masi Tasaineri sopra Palù del Fersina: girare tra le baite e trovare tracce di vita è sempre emozionante.
Dopo poco incrocio KarlHeinz e Bobo, e un redivivo Orempa. In fondo il Rujoch già al sole
Usciti dal bosco in vista del passo di val Mattio; fa già molto caldo, ma anche alla partenza nono era sottozero.
In fondo le vallate sono ancora in piena foschia
Arrivato al passo di val Mattio in lontananza vedo il Corce splendere.

Non ci penso su due volte; quando capitano queste giornate vale la pena approfittarne: lascio un messaggio al fido KarlHeinz e tolgo le pelli al volo, per scendere il vallone immerso nell’ombra e ancora polveroso a 10 giorni dall’ultima nevicata. Una breve risalita al sole e poi di nuovo discesa nella polvere sul versante all’ombra del Monte Croce. Dieci anni fa, quando le gare avevano cominciato a prendere piede e il ripellaggio (o cambio d’assetto per dirla tecnicamente) era diventato abituale, avevamo inventato il concetto di scialpinismo dinamico e moderno: non più una salita e discesa dallo stesso versante, ma vagare per i monti cercando nuove traiettorie e giri ad anello, cosa che contraddiceva qualsiasi guida di scialpinismo. Ad oggi, la tecnologia ha prodotto sci larghi al centro dal peso di un kg, e fare 5-600 metri di dislivello all’ora in salita è alla portata di tutti. La sciabilità è inoltre nettamente migliorata e si riescono a tenere medie elevate senza tirarsi il collo. Oggi infatti, pur accusando la stanchezza della gara di nuoto di ieri e dell’allenamento in bici dell’Oltrefersina del pomeriggio, alla fine arrivo in cima al monte Croce prima delle 10, in meno di 2 ore e mezza.

In vetta trovo una combriccola arrivata da Palù; seguirò loro al rientro.

La discesa dalla cima, a parte i primi 20 metri senza più neve, si rivela anche troppo dura. Ma le condizioni con queste temperature possono cambiare rapidamente, come dimostra questo crepaccio che si è aperto fino al prato proprio sotto la cima.

Slavina di fondo sul monte Croce
Slavina di fondo sul monte Croce

Alla fine la risalita verso passo Palù è più breve di quanto mi ricordi; sol ola discesa in val Battisti nono è proprio delle migliori: occorre cercarsi versanti in ombra per avere ancora un po’ di polvere. Arrivo alla macchina prima dei miei compagni, a cui offro un birra per farmi perdonare di aver abbandonato la compagnia a metà strada.

Questa è la parte dello scialpinismo old-school che preferisco.

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