Nessuno lo saprà – Enrico Brizzi – Libri 2016

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La letteratura è piena di romanzi generazionali.

Ognuno con le sfide e, coi miti, le canzoni, gli eroi di epoche diverse con cui immedesimarsi.

Brizzi, pur essendo praticamente mio coetaneo, attinge ad una serie di icone per spiegare il passaggio dall’età dell’adolescenza a quella adulta (oggi più che mai incerta e duratura) che non mi appartengono più di tanto; però grazie alla sua scrittura punk, addolcita nel corso degli anni, da Jack Frusciante a Bastogne, fino all’ultimo libro letto, sulla bicicletta, riesce comunque a coinvolgermi sempre.

L’avventura della traversata a piedi coast to coast dell’Italia in sé non è gran cosa (Giorgia e io l’abbiam fatta più a sud in bicicletta), se non per il condimento con cui viene miscelata: la giovinezza“E’ una malattia meravigliosa la gioventù!” sentenzia uno dei primi incontri nel loro peregrinare moderno tra i due mari.

E così, seguendo i dialoghi e gli screzi che appaiono inevitabili tra i compagni di viaggio, ti ricordi di tante piccole avventure in cui hai scoperto qualcosa in più di te e dei tuoi amici.

Quella volta in una baita del Lagorai quando hai scoperto che il tuo amico di tante pedalate e studiate all’università portava le lenti a contatto come te e aveva bisogno dei tuoi saponi.

Quella volta che vi siete persi scendendo dal Peller e ti sei vergognato come un pivello perché volevi fare la guida in mountain bike.

Quella volta che hai arrancato dietro al tuo compagno più forte, non osando fermarlo per non sembrare da meno; per poi sfidarlo in discesa lungo quel canale dalle pendenze proibitive.

Quella volta che ti sei rifiutato di proseguire, scoprendo che il tuo compagno forse non era lì per dividere l’avventura con te, ma solo per aggiungere una cima, costasse qualsiasi cosa.

Quella volta  che, facendo sicura al tuo secondo, lo hai sentito sbalordirsi di come avevi fatto a fare quel tiro da primo. Avevi bisogno di coraggio quel pomeriggio all’imbrunire, con la fine della via ancora lontana e le mani gelate; ti tremava il fiato a fare certi passaggi, e non avevi certo bisogno di un compagno dubitante.

Quella volta che hai cominciato a segnare il passo tu e a tendere al mano a chi ti ha portato tante volte in montagna, vedendo che ora lui aveva bisogno di aiuto.

Quella volta che….

 

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