Cronache dall’apiario: la sciamatura.

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La sciamatura, croce e delizia di ogni apicoltore..Nemmeno il tempo di prendere le misure al mio alveare che mi arriva una insolita telefonata mattutina dal babbo che sta zappando il campo: “Guarda che mi sa che c’è uno sciame su uno degli alberi del frutteto.”

No. Hanno sciamato le ingrate.

Che sciamino va bene, ma che lo scopra un altro sa un pò di beffa e di richiamo all’ordine. Un pò come andare a prendere tuo figlio dai carabinieri dopo che ha sfondato una vetrina con il motorino. “E’ un po’ esuberante, sa….” cerchi di giustificarti, ma la prima cosa che vorresti fare è di girargli la faccia dall’altra parte con un ceffone, dimenticandoti le impennate che facevi con il Ciao.

Le api no, non puoi schiaffeggiarle, però vorresti lasciarle lì dove sono. Avete voluto lacciare la casetta? Ed adesso ch farete nelle gelide matine primaverili senza la vostra arnia?

Non vi ho curato abbastanza? Non vi ho nutrito a sufficienza? Ho rimosso tutte le celle reali, ho fatto spazio nell’arnia che ad Aprile era già strettina per il vostro numero…. Non è bastato, la cella fantomatica era nascosta in fondo al telaino e coperta da migliaia di api, e mi è apparsa chiaramente solo dopo che l’arnia era semivuota.

Cella reale ape regina

Cella reale ape regina

Chissà quanti agricoltori passando le avranno viste appollaiate sull’esile ramo di un giovane albero, in attesa di una migliore sistemazione; vige la regola che puoi seguire le tue api nei terreni vicini, e se dopo tot giorni non le vai a riprendere chi le trova se le può tenere.

Sì, ma adesso recuperiamole, riportiamole a casa mi dico come fossi un generale iuessei in un film di guerra.

 

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