A spasso sul monte Rosa- Punta Giordani Piramide Vincent, Capanna Margherita e Zumstein

Tempo di lettura: 4 minuti

Era da un pò che volevo fare un salto sui 4000 della Val d’Aosta, per vedere quei luoghi teatro mitico della gara del Mezzalama. Per la verità ero già stato sul Grand Combin e sul Gran Paradiso, ma sono massicci più isolati; l’area tra il Rosa, il Lyskamm, e tutte le altre cime sono degne di ben altro.

Punta Giordani Piramide Vincent KMZ file

La mattina di sabato saliamo in funivia da Gressoney fino a 2900 metri circa: obiettivo la Punta Giordani e la Piramide Vincent.

Punta Giordani e Piramide Vincent

Passiamo a fianco della stazione di arrivo della funivia di Punta Indren, ormai inattiva da questa primavera; il ghiaione scuro non allieta la vista di questo manufatto in cemento; la nuova funivia verrà costruita più in su a 3700 metri circa e nonostante anche noi alpinisti usufruiamo di queste comodità molto spesso ogni volta ci domandiamo il perché di questa frenetica corsa verso l’alto. Forse siamo solo gelosi di un ambiente che noi consideriamo elitario, e ci da fastidio l’invasione di turisti e sciatori portata dalle funivie fin nel cuore delle montagne.

La Punta Giordani si rivela una passeggiata; di qui vediamo la linea di ascesa verso la Piramide Vincent; ci sono un paio di tratti ripidi, ma comunque il tutto è ben tracciato da pali fissi nel terreno.
Piramide Vincent

Sulla sommità della Piramide Vincent si alza un vento gelido; sullo sfondo si staglia la cresta del Lyskamm.

Piramide Vincent  e Lyskamm sullo sfondo

La discesa verso il rifugio Mantova è in condizioni perfette e ci mangiamo le mani per non aver portato gli sci; eloquenti serpentine tracciano la via fino al Mantova; si poteva praticamente partire dal rifugio con gli sci; nonostante questo comunque, il Flaviano che apre la comitiva riesce ad infilare un piede in un crepaccio; senza problemi si tira fuori da solo.
Alla nostra destra comunque tracce solitarie di un alpinista (lo stesso che avevamo visto sotto la Piramide Vincent) si perdono in un buco in un crepaccio e poi per fortuna continuano; il disegno nella neve è così nitido che sembra quasi quello di un cartone animato.

La sera foto di rito della comitiva al rifugio.

La comitiva al rifugo Mantova

La notte si rivela la parte più dura; andiamo a dormire presto (siamo pur sempre partiti da Trento alle 4:30) ma veniamo continuamente svegliati da varie comitive che entrano nella stanza come se niente fosse; addirittura uno sconosciuto si intrattiene in conversazione con la moglie “perché nell’altra stanza stanno dormendo”….e noi chi siamo????
Fa poi un caldo infernale, la finestra lasciata aperta è stata chiusa e non si respira. Flaviano accanto a me russa della grossa; mi aveva invitato a svegliarlo a colpi se fosse stato necessario e non mi faccio pregare a picchiarlo al fianco come un pugile ma non ottengo nulla; di sotto Gianmarco è silenzioso, ma sento comunque un russare sommesso.
Guardo l’orlogio ed il tempo sembra non passare mai; alle undici, alle una, alle tre…..ma quando si parte??? Vorrei uscire adesso ma tanto sono solo 1500 metri fino in cima e si rischierebbe di essere su troppo presto.

Finalmente si parte, in fila, su un ghiacciaio immacolato; mi volto solo quando aapare un pò di lcue per fare due foto.

Alba sul ghiacciaio

Il Lyskamm compare con la sua cresta affilata.

Il Lyskamm all'alba

Fa veramente freddo per i miei gusti ed indosso tutto il mio abbigliamento; la conca sotto il rifugio è veramente gelida.

La capanna Margherita

Arrivati in cima mettiamo da parte tutte le nostre considerazioni etiche sull’alpinismo, sull’opportunità dei rifugi in alta quota, sull’elicottero che ci sorvola continuamente e che atterra in una piazzola di due metri per tre e ci fiondiamo all’interno della Capanna Margherita per un thé caldo; siamo tutti provati più per il freddo che per la salita; faccio una foto allo spettacolo di cime circostanti.

Lyskamm e Cervino

Poco dopo arrivano Gianmarco, Fabrizio e Luca, tutti molto provati dal freddo; Farizio ha la faccia smontata dal freddo e le labbra viola, ma è troppo contento per lamentarsene, come al solito.

La cresta Signal dal balcone del rifugio.

Cresta Signal

Lo vorreste un panorma del genere dal vostro balcone?

Vista dalla Capanna Margherita

Facciamo un salto anche sulla Zumstein, dove un minimo di cresta crea non pochi problemi a due o tre cordate miste; cerchiamo di dare una mano ad una ragazza che cammina con metri di corda in mezzo alle gambe con il solo risultato di agitarla ancora di più e quindi proseguiamo per la nostra via.
In cima foto autocelebrativa con il Lyskamm…prossima meta??

Lyskamm dalla Zumstein

Aspettiamo che liberino la via sull’unico tratto di cresta e ci incamminiamo sulla via del ritorno.

Discesa dalla Zumstein

Per un disguido (effetti dell’alta quota sulle nostre menti???) Gianmarco, Luca e Fabrizio faranno una diversa via, e ci vedremo solo al parcheggio!!

One comment to “A spasso sul monte Rosa- Punta Giordani Piramide Vincent, Capanna Margherita e Zumstein”
  1. ciao ragazzo,

    secondo repubblica.it (Cima Una a Sesto Pusteria), pare proprio che c’hai una vetta in meno da scalare/arrampicare/fare in bici/saltarci giù col parapendio…
    I cambiamenti climatici incombono, sbrigati che sennò col tuo ritmo ti rimangono un paio di sabati liberi e ti tocca fare un figlio… ah ah

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