Dicembre con poca neve, come sempre negli ultimi anni; ogni piccola nevicata viene spazzata da un vento forte che lascia le montagne spoglie. Inutile, oramai lo sci, che sia discesa, fondo o scialpinismo, vive di neve artificiale o per meglio dire programmata, con tutte le polemiche che ne seguono in termini di sostenibilità. Non che le piscine o i centri wellness siano sostenibili peraltro; bisogna essere realisti e pragmatici. Si tratta di sport, un’attività che fa bene al fisico ma anche alla mente, ci fa relazionare con gli altri e con il territorio, soprattutto nel caso degli sport all’aria aperta dove si vedono paesaggi modellati dall’uomo (in questo caso del Bondone meglio stendere un velo pietoso sua alcune scelte edilizie degli anni settanta.) e dalla natura. E allora, vogliamo parlare dell’impatto di una pista da sci rispetto a una piscina olimpionica o a uno dei mille centri termali? il cosiddetto wellness per me è stare all’aria aperta, respirare i profumi della natura, non certo stare al chiuso a 90 gradi a sniffare umidità altrui.
io credo ceh tutta questa polemmica sull osci da discesa sia derivata dal fatto ceh una volta andare in montagna a sciare era considerata un’attività in sinotonia con la natura; poi ì diventato tutto troppo volgare; gl iaprés-ski, i concerti in quota, i rifugi stellati hanno modernizzato l’alpe, diciamo così, snaturandola.
Ora non si va più in cima per il panorama, ma per sfoggiare la propria attrezzatura.
Oggi non si va più in montagna per l’ascetica salita, si va solo in discesa, non solo in inverno ma pure in estate, l’ho visto durante il mio tour delle Dolomiti..
Di sicuro piuttosto che corre al di là del Brennero per un pochino di polvere, facendo 200 km per 1000 metri di dislivello scarsi non fa più per me; lo ho fatto in passato: quindici anni fa a Santo Stefano era d’obbligo la prima scialpinistica della stagione oltre il Brennero.
Vent’anni fa appunto, quando la situazione e soprattutto la consapevolezza era diversa.