Sellaronda – Scialpinismo 2019

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C’è sempre un record da battere, anche al Sellaronda.

Vale per noi comuni mortali e vale per gli atleti di punta, che grazie alle condizioni eccezionali del primo giorno di primavera hanno polverizzato i record al maschile e al femminile; sotto le tre ore i primi, 3h 32′ le prime.

E noi abbiamo cullato a lungo il sogno di restare sotto le 4 ore; all’uscita del cancello di Canazei , con l’ultima salita, la più dura, quella del Sella, e l’ultima discesa, la più lunga fino a Selva di Val Gardena, guardando l’orologio fermo a 2h 53′ ho pensato che ce l’avremmo fatta.

Invece la sosta al rifornimento obbligata, una piccola caduta di Paolino in un avallamento ma soprattutto la mia crisi a metà del Sella per mancanza di energie ci hanno fatto perdere tempo prezioso. A quel punto allora il trainato diventa il trainatore, quel tanto che basta per cercare di mangiare qualcosa e recuperare energie; è l’essenza della cordata in montagna.

Ripresomi prima del passo con la luce spenta da metà del Sella faccio tutta la discesa vero Selva in coda a Paolino.

Peccato perché riguardando la classifica abbiamo fatto dei gran tempi in salita rispetto agli anni passati: sotto i 40′ il Gardena, sotto l’ora il Campolongo e il Pordoi; troppo tempo perso con discese lente e forse sul Campolongo era meglio attaccarsi quando mi sentivo bene.

Come al solito il Sellaronda è una gara relativamente semplice tecnicamente, ma che va dosata come una maratona perché poi ti chiede il conto; se poi l’ultima salita è la più dura, e si transita su Pordoi prima e poi su Sella, due passi sempre molto freddi (quest’anno freschi, ma abbastanza per bruciare energia) il conto può risultare salato!

Sellaronda_2019

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