Campionati Italiani Duathlon Cross

Tempo di lettura: 2 minuti

Si dice che per fare un atleta ci vogliano gambe, per fare un campione invece ci voglia la testa.

Oggi le gambe c’erano, la testa no.

Dopo una lunghissima trasferta in terra brianzola, partita con sveglia alle 5 di mattina per partecipare alla gara, riesco comunque a provare almeno il percorso di bici e ad arrivare in zona cambio all’ultimo minuto. Dopo aver piazzato tutto me ne torno all’auto sereno, pensando di avere ancora tempo per gli ultimi aggiustamenti: cambio maglietta (fa troppo caldo a marzo!), un goccio d’acqua, un bisognino all”ultimo minuto. Mi avvio alla partenza di corsa e cosa scopro? Che oltre a far partire gli junior (i boci, che si sa sono fortissimi di corsa ma non vanno proprio in mountain bike, a meno che non vengano dalle giovanili), un minuto dopo partono tutti gli altri, assoluti e age-group compresi. I primi me li vedo sfilare davanti attonito.

Così mi metto a correre in senso contrario alla gara, sul marciapiede incrociando lo sguardo del Zambo e degli altri compagni di squadra che mi guardano come un alieno, fino a trovare il giudice FITRI di partenza a cui chiedo, imploro, di farmi la spunta e farmi partire. Il tipo nicchia un po’, poi, impietosito dalle mie lamentele, mi fa partire.

Che fare? Piangersi addosso? Ormai la gara è andata, tanto vale sfogarsi un po’!

In due minuti recupero le bici scopa che mi fanno passare volentieri (“Ah, sei riuscito a partire alla fine?” mi chiede il tipo) e poi via fino al cambio corsa-mtb che faccio con il Zambo. In bici parto come un forsennato, ma il fondo del gruppo genera intoppi ovunque: nel primo sentiero un po’ scosceso (niente di difficile) siamo tutti fermi e ci tocca tagliare per il bosco. Non parliamo poi di altri punti un po’ ripidi, dove smontano in tanti e i sorpassi non sono proprio agevoli. Mettiamoci poi una piccola scivolata causata dall’irruenza, e un cambio mtb-corsa fatto male perché mi dimentico il casco e devo tornare in dietro e il ritardo non diminuisce.

L’ultimo km di corsa è una calvario, con la netta sensazione di avere il podio a portata di mano: infatti chiudo 52esimo e 4° di categoria, a soli 9 secondi dal podio!

Uno dei tanti sorpassi effettuati
Il percorso è proprio bello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.