Ci ho provato fino all’ultimo…
Lo sguardo fisso davanti sul mio uomo, 100 metri costanti davanti; altri tre me li sono bevuti di corsa subito dopo il cambio, in affanno da una bici come sempre sottotono in questo periodo. Davanti sempre lui, giallo fluorescente che appare e scompare nelle curve della boscaglia. Non molla un metro. Al primo giro ci incrociamo, mi viene spontaneo battergli il cinque tra una fettuccia e l’altra.
Lo sai che ti sto puntando.
Lo sai che proverò a raggiungerti, vero?
Metti benzina nel tuo motore caro mio perché le mie gambe si stanno svegliando.
Ma dietro di me si fa sotto l’altro, il vincitore della gara scorsa. Lo vedo con la coda dell’occhio quando curvo. Qua si fa complicata la faccenda; le gambe girano ancora bene ma un conto è essere predatore un conto è essere preda. Adesso i lfiato mi vien un po’ smorzato; essere recuperato di corsa non mi piacerebbe, sebbene il tipo la volta scorsa ci abbia spianato per bene. E così filiamo dritti dritti fino al traguarda; empre a tutta, sempre in spinta.
A 30 secondi l’uno dall’altro.
Praticamente la solita pazzesca cronometro, persa nei primi km in bici.
garda-sm-overOnore a lui dunque, sempre davanti a me in tutte le gare; il campionato è suo!