Toronto downtwn

Tempo di lettura: 3 minuti

Eccoci sul suolo Americano; la prima volta fu nel 2003, qunado andai in Argentina per la mia piccola spedizione  in bici sui 5000 metri del passo Abra El Acay. C’e un abisso tra il sud ed il nord america, quasi quanto tra noi europei e loro…In visita dunque ai cugini del nord america, quelli che si definiscono gli americani non statunitensi, per differenziarsi da quelli che stanno piu a sud. Sono orgogliosi di questo i canadesi, anche se ai nostri occhi di piccoli europei appaiono in tutto e per tutto simili agli stereotipi americani a noi noti: mediamente obesi (ci si sente abbastanza fighi girando per le vie di Toronto), vestiti malissimo e senza nessuna connessione tra i vari tipi di abbigliamento indossati, girano con in mano la solita sbobba calda o fredda comprata in uno Starbuck, oppure nel locale Tim Horton che qui va per la maggiore. Per la cronaca: la sera ci siamo fermati da Starbuck in cerca di un caffe espresso e l’abbiamo pure trovato ed era addirittura buono: il cameriere e inorridito quando ho cominciato ad assaggiarlo amaro, ed ha chiesto a Giorgia  se il macchiato lo voleva riempito fino all’orlo di late… per 10 cc di caffe tre volte tanto di latte!!!Per contro sono educatissimi, fanno rigororsamente la fila ad ogni cassa e sono gentilissimi: all’uscita dell’aereoporto mi sono trovato in fila per il bus: istintivamente da buon italiano  ho superato quelli che stavano di fronte, cercando la soluzione “a mucchio” tanto cara dalle nostre parti: poi vedendo lo sguardo incuriosito dei passanti mi sono rimesso nei ranghi, per poi apprezzare a mia volta la loro calma quando hanno aspettato che caricassi il mio pesante zaino nel bagagliaio: nessuno mi ha sorpassato per salire a prendersi un posto migliore sul pullman.Che dire poi dello scarso traffico della metropoli? Adesso potrei dire che si puo tranquillamente arrivare in bici: strade larghe, poco traffico e soprattutto molto rispettoso dei pedoni: le auto si fermano venti metri prima che tu attraversi, quasi non fossimo in una frenetica metropoli da 5 milioni di abitanti (la quinta citta del nord America). Per il resto sembra di stare in uno dei telefilm che hanno popolato la mia adolescenza: da Chips a Baretta, da Starsky&Hutch a “Sulle strade della California”: le auto della polizia, i camion rossi luccicanti dei pompieri, persino le sirene sono quelle: tutto sembra ricordarci un telefilm, speriamo solo di non incappare in uno di quegli inseguimenti con carambole ed auto incendiate…I trasporti sono economici ed efficienti a dispetto del loro aspetto un po dimesso: il bus dall’aereoporto alla citta (circa 30 km) costa 2,75 $ (meno di 2 euro, vuoi mettere con il Malpensa Express??) ed include l’acceso alla metropolitana; questa dispone di vetture vecchiotte ma puntuali che raggiungono ogni angolo della citta: solo le rampe di accesso sono un po sottodimensionate per la popolazione, ma il resto ce lo mettono la calma e la gentilezza dei canadesi. Girando per la citta appaiono ai nostri occhi delle piccole contraddizioni: i biglietti si fanno alla cassa della metro, non e possiible acquistarli fuori: i conducenti o addetti vari non possono toccare denaro e ti indicano cortesemente dove depositare il denaro o i gettoni degli autobus: il tutto si traduce in una perdita di tempo notevole che pero non infastidisce gli abitanti: per prendere un daily pass (9$/6 euro per tutto il giorno, valido anche per due figli a testa) abbiamo aspettato che l’addetto cancellasse  con una monetina i riquadri con la data di validita come un gratta&vinci, ci avra impiegato almeno cinque minuti per fare un bel lavoro…. vi immaginate cosa sarebbe succeso a Milano per una cosa del genere?La metro e piena di cartelli “socialmente responsabili”: uno si preoccupa dello schianto delgi uccelli migratori sui grattacieli, invitando la popolazione a spegnere le luci di notte (!!!), uno avverte i passeggeri delle brusche frenate ed accellerazioni, invitando gli stessi ad afferrare una sbarra o ad offrire al mano al vicino in difficolta: un’altro parla dei problemi della famiglia, insomma su 100 cartelli pubblicitari ci saranno un buon 60% ci cartelli “sociali”: niente tette, culi e donne piu o meno ammiccanti che ci attendono ad ogni angolo delle nostre citta. Poi pero girano con auto da 4000 cc di cilindrata con gomme da camion ed alte un metro e mezzo che se ti toccano ti spezzano a meta, hanno aria condizionata a manetta dappertutto in barba ai “climate changes”, usano ovunque piatti e stoviglie di plastica, mangiano porzioni gigantesche decisamente superiori al loro fabbisogno energetico; anche se quando eravamo noi a Toronto era in svolgimento la green week che proponeva una serie di cambiamenti per una esistenza ecosostenibile.  La citta offre ben  poche attrazioni, ed anche la Lonely Planet fa fatica ad esaltare quelle poche che ci sono: vale senz’altro la pena una visita al CN Tower, l’edificio di 553 m  che impressiona veramente: la salita al “Glass Floor” di dove si vedono gli abitanti muoversi come formichine sotto i piedi viene compiuta in 20 secondi da un ascensore che parte come un razzo.Un giro nel PATH, il sentiero metropolitano costruito per permettere ai canadesi di muovesi nel rigido inverno e d’obbligo. 

4 comments to “Toronto downtwn”
  1. Beh, che dire, non pensavo di trovare qualcosa di gia’ pubblicato: a questo punto andro’ sul sito periodicamente e mi sembrera’ di tornare a leggere i reportage di Paolo Rumiz su Repubblica…
    Divertitevi e viaggiate alla facciaccia nostra!!

  2. Incredibile!!! Prima si leva l’orecchino, poi si sposa in chiesa, e alla fine diventa filo-americano!!!! il matrimonio cambia proprio le persone.. VALA’ GIULY!!!!

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