Cima Pratofiorito

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Stavolta di ironelli siamo ben in 12, possiamo cominciare a fare concorrenza alla SAT con questa gita pensata dal Parolozzo; ai soliti KarlHeinz, Orem, Velo si aggiungono la coppia MarcoBezzi-BezziMarco con il fido Alfonso (o Arturo? o Adriano? mah!), Nicola con la Premiata Ingegneria Lancerin & Cont, Elena e Maurizio (stoici i vigolani, non si sono fatti spaventare dal gitone di domenica scorsa mica gente qualsiasi!!!!), il Max in licenza premio dalla Bice e Cioffi, a cui dobbiamo spiegare noi (“chei da Trent”) come si arriva in Brenta dalla Val di Non passando per Tione….

Proprio a Tione ci fermiamo per passare a prendere il Parolozzo che quasi si commuove a vedere 4 auto cariche di amici scialpinisti nel parcheggio di casa e poi su a S.Antonio di Mavignola per prendere la Val d’Agola; prima però sosta al Bar Eureka a Pinzolo per un caffé ed un saluto alla barista dagli occhi di ghiaccio…

Pronti? Via! La truppa si mette in moto; a metà della strada verso la Malga Valagola colpo di scena: Max propone una variante per la Val Stretta che dovrebbe tagliare un pò il percorso; acconsento pensando ad un report letto recentemente di tenere la sinistra del vallone, e memore del giro della Bocchetta dei Camosci fatto con mi fratello Gianmarco ormai dieci anni fa che ci aveva fatto fare un giro particolarmente lungo sotto il passo Bregn da l’Ors; in realtà non ci capiamo e ci immettiamo con mille inversioni in un lungo canale nella valle Stretta che non conoscevo. Spettacolare e selvaggia è circondata da bastionate rocciose che solo il Brenta può offrire; seguiamo alcune tracce da discesa, ma per il resto se la batte tutta Max fino al Passo Nardis; la progressione è proprio lenta, la neve è inconsistente e ci sono anche alcuni passaggi sbifidi dove togliere gli sci non è peccato……ho finalmente la conferma che le pelli sugli sci da gara proprio non tengono su questa neve.

Al Passo Nardis ci affacciamo sulla conca del rifugio XII Apostoli; emergiamo dalla penombra e siamo in pieno giorno, la valle è di un bianco accecante; tracce in ogni dove e persone che risalgono la Val d’Agola in direzione della Bocchetta dei Camosci; decidiamo il da farsi; KarlHeinz, Max, Cioffi, Parolozzo ed io scendiamo  nel vallone per risalire la Cima di Pratofiorito, Nicola e Maurizio 1 (per meriti anagrafici…ma non solo!!!) aspettano gli altri e ci diamo appuntamento per scendere dalla Val di Sacco. Aggiriamo lo spallone della Cima d’Agola e risaliamo verso la Cima di Pratofiorito; si preannuncia una giornata caldissima, e il traverso risulta quasi troppo complicato per la neve che non tiene il nostro peso; per fortuna ho scelto il pantalone estivo e la maglietta a manica corta; riesco a limitare la calura. Ancora alcuni passaggi delicati; ci fermiamo a chiaccherare con alcuni amici di Cioffi che hanno fatto la cima in orari più consoni dei nostri ed eccoci in cima; si tolgono gli sci solo un paio di metri; una vistosa cornice ci introduce alla vista della val d’Ambiez, in fondo si intravedono il Rifugio Cacciatore ed il Rifugio Agostini sotto di noi. Ci guardiamo intorno estasiati, quest’anno sembra proprio un anno da Brenta, basta smacchinamenti e smarronamenti fino in Alto Adige ad ingrassare l’A22, qua è terreno di gioco per noi, basta averne dentro!!! Ci riproponiamo di tornare a provare altre valli come quelle appena fatte, che terminano tutte con gustosa vedrette o creste impegnative.

 

Discesa verso la Val di sacco per ricongiungerci agli altri del gruppo; ci si immette in questa valle immensa dove a turno cerchiamo la poca polvere rimasta; chi la trova canta estasiato e la voec si spande nel vuoto. Il resto è pappa per quasi tutto il percorso, tranne un magnifico canale sopra il lago asciutto molto ripido ma con sufficiente neve polverosa da attutire qualsiasi manovra; di qui un nuovo lungo e complicato traverso sopra il lago di Valagola dove le gambe stanche controllano a fatica gli sci e ci si arrangia come si può con rami, pini e mughi. Poi strada fino alla macchina, rischiando un pò vi si arriva sci ai piedi!

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3 comments to “Cima Pratofiorito”
  1. il blog è mycket kul! come dicono qui.
    Mi viene una gran nostalgia delle scialpinistiche….
    quando rientriamo a Trento, tiro fuori i miei legni con gli attacchi del ’12 e ricomincio!

    ciao
    Andrea

  2. Spero che mycket kul significhi qualcosa di buono…
    Non temere Barba, siamo stati i precursori!!
    Ti ricordi le prime scialpinistiche con la luna sul Palon? Sembravamo dei marziani allora, ora lo fanno tutti….

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