Oetzi Alpin Marathon 2012

Tempo di lettura: 5 minuti

Quando percorri spesso una strada fai amicizia con i luoghi che attraversi; riconosci un casa, un balcone, uno scorcio di un giardino e ne apprezzi i cambiamenti giorno dopo giorno, mese dopo mese. Immagini chi ci possa vivere, i cambiamenti che uno apporta alla propria casa, e ti domandi chi siano le persone che abitano dietro quelle tende, ordinatamente disposte.

A me capita da anni in Val Venosta, che attraversiamo spesso in inverno, ma anche in primavera ed in estate; le prime sciate della stagione in Val martello ci vedono sempre lì; la primavera con i meli in fiore che ricoprono per ettari e ettari i campi della valle e noi su è giu, su e giu alla ricerca di neve sempre nuova; Vermoi, Lagaun, Tessa, Similaun, Palla Bianca, quante volte eh? E poi più in su Vertana, Ortles, e noi diligentemente su e giu per la Venosta, la faccia incollata al finestrino dell’auto dell’amico che guida. Ed anno dopo anno ti domandi se i tuoi rierimenti ci sono; Castelbello con il suo castello che sembra uscito da una fiaba, i punti di ristoro, “imbiss” sempre aperti, i lcimitero di guerra e quel fantastico glicine alto tre piani che non vedi l’ora di veder fiorire tutte le primavere.

Ma da un pò di anni qualcos’altro ha attirato la tua attenzione; quei cartelli colorati della Oetzi Alpin Marathon, quella gara pazzesca di 42 km e 3200 metri di dislivello con quell’assurdo e bellissimo ideale: partire dal fondo fino in cima, con le tue forze, mischiando diversi generi; bici, corsa, scialpinismo.

Quante volte li ho letti e mi sono chiesto; ce la potrei fare? Gare impegnative ne ho fatte parecchie, però qui si tratta di 24 km in bici con 1500 metri di dislivello, 12 km a piedi con 500 metri e 6 km con gli con ben 1200 metri finali…..azz!!!

Percorso Oetzi Alpin Marathon

Percorso Oetzi Alpin Marathon

Quest’anno sono nrisucito a prepararmi un pò di più in bici, e sono riuscito anche ad andare a correre nei boschi dietro casa; proprio la corsa mi è rientrata nelle gambe dandomi fiducia; saltare da un sasso all’altro, accorciare ed allungare il passo per assecondare il sentiero mi ha riappacificato con un gesto che avevo perso andando a correre sempre in ciclabile.

Così mi sono deciso e mi sono iscritto; 65 eurozzi investiti (caro il mio Oetzi), 4 kg persi dall’ultima settimana di dissenteria e poche ore di sonno perché la piccoal bianca si sente un pò spodestata dal trono dall’arrivo di Enrico ed ha deciso che deve dormire con noi nel lettone; dopo aver tentato in vano di farla addormentare fino a mezzanotte e mezza mi decido e la porto nel lettone; mi far compagnia per le poche ore d isonno con uno dei suoi delicati massaggi con i piedi nei reni……

Alle sei e venti mi trovo al marinaio con Tovazzi che la fa in staffetta; monto in macchina con loro e con il loro accompagnatore Maurizio, che mi sarà di gran aiuto in gara; tutta fatica risparmiata nel pre gara e durante la gara stessa.

Arriviamo in tempo a Naturno e, pur con il cielo coperto, non piove e fa pure caldo, 8° C; anche il clima agonistico è buono e reincontro parecchie persone con cui scambiare le solite chiacchere di circostanza (“Sei forte!” “No, tu sei più forte!” “Mano dai mi batti tu!”, gli amatori sembrano delle vecchie checche in calore, mi si passi il termine).

Breve brevissimo riscaldamento e via in griglia puntuali alle nove; qui in Sudtirolo non si scherza, anche see, detto fra noi, ti lasciano iscrivere anche senza certificato medico ad una tra le più dure gare dell’arco alpino. Al colpo di canone via come i matti; il tempo di fare due curve in centro paese e subito si sale decisi verso monte; neanche il tempo e sono giù sull’ultimo rodino…cominciamo bene!! Pian piano prendo il ritmo; cuore testa gambe ed un occhio al cardio per non sforare; qualche allungo del gruppo e scatta l’allarme dello strumento, meglio rallentare; dopo 20 minuti mi affianco alla prima donna, la passo e comincio la gara di conserva; sapendo i tempi che fanno le prime posso accontentarmi di starle davanti. Siamo gi àalti e sotto di noi la Venosta illuminata dal sole è splendida. Primo scollinamento e si comincia un bellissimo sentiero panoramico abbastanza tecnico; i primi intoppi di quelli davanti, cerco di passare ma è verametne stretto; mi metto in coda ed aspetto i lmio moento, arriva la discesa verso la strada della Val Senales; mi butto a capofitto e recupero sei persone tirando i tornanti al limite; è pure un pò bagnato ed è meglio non rischiare, si sa che qui i prati sono impervi….. arriverei giù in fondo in un batter d’occhio.

Comincia la seconda salita, un pò più pedalabile; dietro rinvengono quelli passati; mi metto in coda cercando di succhiare un pò la ruota; finalmente le gambe cominciano a girare e vedo che tengo il ritmo, sul finale do il cambio e arrivo a Certosa in 1h 44′; un pò lento in verità sulla mia tabella di marcia, ma Maurizio mi assicura che sono ben msso in classifica; cambio veloce con le carpe da corsa e via, vediamo come reagiscono i muscoli adesso. I primi passi sono incerti, timorosi, meglio non partire a tutta per non rischiare crampi; con grande sorpresa non saliamo verso Maso Corto ma ci giriamo indietro ed addirittura scendiamo!!! Corpo di millefrecce di Oetzi, ma dove cribbio ci fanno andare???? Questo sarà solo uno dei momenti in cui penserò che questa è una gara veramente tosta; non basta i ldislivello assoluto da colmare, ma tutti i saliscendi, le inversioni, i percorsi accidentati la rendono tra le più dure fatte.

Arrivati alla diga del lago di Vernago la percorriamo tutta ed incomincia il tratto più bello; un saliscendi nel bosco, pedalabile; c’è parecchia gente che incita leggendo il nome sul pettorale: “Brafo Ciuliano!” sento urlare, ma anche ogni tanto “Brafo Giorgio!” che mi fa venire delle crisi di identità, eppure in tedesco le lettere sono uguali alle nostre……

Basta solo stare attenti ai tratti scivolosi, ai due ponti di tronchi umidi e bagnati ed in 1h 12′ arriviamo a Maso Corto sotto la neve; che sorpresa, pensavo di patire in corsa ed invece me la sono proprio goduta. A Maso Corto  la nevicata si fa fitta, comincia un pò di freddo e mi metto il gilet; i ragazzi dell’organizzazione sono verametne bravi e agevolano i cambi ai solitari come noi; il mio addirittura mi apre il gel che non riuscivo ad aprire con le mani fredde!!!

Prendo gli sci e parto; i primi passi sono goffi e lenti, si gira e subito la salita si impenna; ci sono una serie di muri fino al TeufelSegg, poi due tornanti ed addirittura qualche breve discesa; mi accorgo che nel cambio mi hanno fregato in parecchi che avevo passato ed adesso siamo tutti in fila nella nebbia; davanti a me vedo anche la prima donna che sale con uno a fianco che le fa da partner…. non è mica giusto così!!!!

Da dietro cominciano ad arrivare le staffette; passa Ivo Zulian per primo e mi saluta, poi  anche il Pinamonti… che passo ragazzi che hanno, noi sembriamo di un’altra…..galassia!

Cerco di tener duro ma il tempo passa; ormai non guardo il cardio ma l’orologgio, sento vicino il traguardo delle 4h 30′ e forse ce la posso fare; purtroppo non ho fatto i conti con le energie rimaste; il gel preso ad inizio salita non basta ed i ristori sono un pò poveri… addirittura la Cola reclamizzata dalle ragazze è la ben più misera Ben Cola ceh non ha quel quid che ti da la coca in certi momenti;.

Pian piano nella nebbia fitta arriviamo ai tratti finali…… l’ultima ramp la patisco proprio, arrivo allo scollinamento che scocca la mezza e vedo i ltraguardo in lontananza; saranno si e non 400 metri ma ci metterò ben sei minuti a farli chiudendo lo sci in 1h 39′ nonostante lo speaker chiami il mio nome e mi inciti fino da laggiù.

4h 36′ 41”…… taglio il traguardo che sono proprio finito, ed adesso mi tocca tornare con un pò più di preparazione e provare ad abbattere il muro delle 4h 30′!!!!!

Classifica2012singoli

2 comments to “Oetzi Alpin Marathon 2012”
  1. complimenti Giuliano, io non ne sapevo nulla di questa tua partecipazione, non so gli altri.
    Come al solito ti distingui in imprese che credo pochi altri amatori si mettono a fare e con risultati direi più che soddisfacenti.
    Ti faccio i complimenti anche per il testo che hai scritto, si percepisce la grande passione per lo sport e la narrativa è tanto particolareggiata che ti fa quasi vivere in prima persona le emozioni che hai vissuto tu. (qui vien fuori la laurea).
    in alto il nome dei senzafreni (più in alto di così…)
    Franco

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